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Il profilattico non va di moda, ragazze e ragazzi lo usano poco: allarme malattie sessuali - LA VIDEOINCHIESTA

Un'inchiesta dell'Adnkronos rivela le abitudini dei giovani. Le statistiche e i dati di acquisto confermano che preferiscono rischiare senza prendere precauzioni

ragazze in discoteca - FOTOGRAMMA
ragazze in discoteca - FOTOGRAMMA
27 luglio 2024 | 11.15
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"No, io il profilattico non lo uso mai, non mi serve". "Ma perché mi fido di chi ho davanti". Il sesso sicuro? Non è di moda, è scomodo. A prevaricare la paura di contrarre malattie sessualmente trasmissibili è l'ansia di consumare il piacere senza pensare alle conseguenze. Poco importa, allora, che - sono dati ufficiali - siano "in grandissimo aumento le infezioni come Hiv, gonorrea, sifilide e clamidia". Il preservativo, se non c'é al momento, poco importa. E' quanto emerge da una inchiesta dell'Adnkronos sull'uso del profilattico tra i giovani. In tanti lo usano, ma in troppi nemmeno li acquistano, con il beneplacito delle partner, più preoccupate da una gravidanza inattesa e maggiormente propense a controlli, se necessari, a posteriori (GUARDA LE VIDEOINTERVISTE).

Lo confermano le statistiche di vendita di Italcondoms, secondo cui cala l'acquisto di profilattici nella fascia di età compresa tra i 17 e i 34 anni. In controtendenza con l'impennata di acquisti tra gli adulti in coincidenza con la stazione estiva e, questo lo dicono gli intervistati, specialmente in caso di "scappatella".

"Sono fidanzato e con la mia ragazza non lo uso - dice Vincenzo, 23 anni - Ma quando mi capita un'occasione extra mi proteggo". "Non lo uso mai perché è scomodo, poi mi fido di chi ho davanti", gli fa eco Fabio. "Metto sempre il profilattico - dice Giacomo - Non sapendo con chi è stata l'altra persona, voglio sia prevenire le malattie che le gravidanze indesiderate, anche perché a 22 anni non voglio diventare padre". "Paura? Un po' di rischio c'é sempre - risponde Daniele, 21 anni - ma quando stai in quelle situazioni non ci pensi. Sto attento, dai". Il rischio di contrarre malattie, dunque, si è disposti a correrlo. Più temibile, secondo la maggior parte degli intervistati, l'eventualità di una gravidanza inattesa. "Eh - conferma ancora Daniele - quello sarebbe un po' più un problema".

Tutto questo, nonostante il monito lanciato a inizio giugno dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, alla luce del "preoccupante aumento delle infezioni sessualmente trasmissibili in tutta Europa" nel 2024. I dati sono in "grandissimo aumento" anche in Italia, segnala all'Adnkronos Salute l'infettivologo Andrea Gori, presidente di Anlaids Lombardia. "Le statistiche lo dicono in maniera inequivocabile già da qualche anno". Crescono la "clamidia, la gonorrea, la sifilide", elenca l'esperto.

Leggerezza, spesso incoscienza anche tra le intervistate che, il campione oscilla tra i 19 e i 32 anni, si dicono più propense a controlli frequenti. "Personalmente non lo uso - dice Gaia, il calice di vino in una mano e la sigaretta nell'altra - ma ogni sei mesi mi faccio le analisi". "Io l'ho usato e poi ho scoperto di essere intollerante al lattice - dice Alessia, 25 anni - Sono stata operata di Papilloma virus e ho fatto il vaccino perché il preservativo per quello non serve".

"Sicuramente nel periodo estivo, in particolar modo nel lasso di tempo che va da giugno ad agosto, incluso anche settembre - spiegano ad Adnkronos/Labitalia dall'azienda italiana E.C. Industries s.r.l.s. che produce i profilattici a marchio Italcondoms - c'è un aumento delle vendite fino al 40%. Fa eccezione la fascia dei giovani tra i 17 e i 34 anni, che tendono a usare sempre meno il preservativo. E si vede dai dati del Ministero della Salute sulle infezioni sessualmente trasmissibili che parlano di un aumento dei casi nel periodo estivo", spiegano dall'azienda.

A disincentivare l'uso del condom sono proprio i ragazzi: "Mi è capitato che mi venisse chiesto di non utilizzarlo - dice Martina - magari tranquillizzandomi sulla capacità di regolarsi al momento giusto. Io però non ho mai ceduto, rispondo che se vogliono è così, altrimenti non se ne fa nulla. E funziona", aggiunge sorridendo. "Quando non vogliono usarlo - le fa eco Giulia, 31 anni, al tavolo di un locale a Trastevere insieme alle amiche - dicono che non sentono niente, che non hanno sensibilità col profilattico".

"Di solito lo uso, più che altro per paura delle malattie - spiega Diana, 28 anni - Ma qualche volta ho fatto la scemenza". "Col mio fidanzato non lo usiamo mai - interviene Alessandra - All'inizio della relazione ho fatto le analisi e gliele ho fatte fare a lui perché era un po' un puttaniere... Era tutto ok, quindi possiamo evitare. Poi, certo, spero non mi metta le corna". "Sono due anni che non faccio senza. Di morire a 19 anni di Hiv non ho voglia. Gravidanze inattese? Il salto della quaglia non mi ha mai deluso", dice Giuliano, 24 anni, a Roma in vacanza. (di Silvia Mancinelli)

Ministero Salute: "Su uso profilattico informazione ragazzi determinante"

Il tema della prevenzione delle malattie sessualmente trasmess e dell'uso corretto del profilattico "è un argomento a cui il ministero della Salute è particolarmente sensibile", anche perché i rischi della disinformazione "riguardano i ragazzi tra i 14 e i 25 anni in maniera determinante. Per questo lavoriamo anche a campagne di comunicazione e di informazione corretta per l'utilizzo del profilattico". A dirlo, all'Adnkronos Salute, Maria Rosaria Campitiello, capo del Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute che è anche ginecologa quindi "particolarmente attenta su queste tematiche", sottolinea in merito alla videoinchiesta realizzata dall'Adnkronos.

"Ho visto l'inchiesta - ha aggiunto - e credo sia utilissima anche per noi, perché ci dà una mano e ci offre la fotografia del fenomeno. E quindi verrà utilizzata anche dal ministero della Salute nella preparazione delle campagne di comunicazione che realizzeremo insieme alla direzione della Comunicazione del dicastero". Ma oltre alle campagne "ricordiamo che un grande partner del ministero della Salute sono i medici di medicina generale, così come i pediatri di libera scelta che con la loro attività capillare sul territorio garantiscono il corretto veicolo dell'informazione".

Ma per arrivare ai ragazzi "è fondamentale utilizzare anche il loro linguaggio e i canali a loro vicini, come social media, TikTok, Istagram", aggiunge Campitiello evidenziando che "il ministero della Salute è impegnato anche sul fronte della corretta informazione sulla vaccinazione contro l'Hpv. Proteggersi da questa infezione vaccinandosi, sia per i ragazzi che per le ragazze, è importante in quanto l'Hpv determina a importanti forme tumorali", sottolinea Campitiello. "Personalmente - conclude - il mio dipartimento dedicherà, alla campagna di comunicazione, alla prevenzione e soprattutto al raggiungimento delle fasce d'età più giovani, il massimo impegno perché i ragazzi devono essere informati e purtroppo oggi sono lontani dalla corretta informazione medico-sanitaria."

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