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Roma, svelato murale per Edith Bruck: era stato vandalizzato a Milano

La scrittrice e poetessa, testimone diretta della Shoah, era presente all'evento: "Non odio nessuno"

Edith Bruck accanto al murale
Edith Bruck accanto al murale
07 aprile 2025 | 19.09
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Il murale 'The Star of David' - Edith Bruck, opera dell'artista aleXsandro Palombo trova una nuova casa alla Fondazione Museo della Shoah di Roma. L'opera è stata svelata nel corso di un evento che ha visto la straordinaria partecipazione di Edith Bruck, testimone diretta della Shoah e voce fondamentale nella trasmissione della memoria storica. "A tutte le persone qui presenti un grande abbraccio. Io non odio nessuno, il mio cuore è come la Porta Santa", ha dichiarato.

L’opera, che era stata vandalizzata lo scorso gennaio a Milano, rappresenta la scrittrice e poetessa Edith Bruck con la divisa a righe dei deportati nei lager nazisti mentre stringe con fierezza la bandiera di Israele. Dopo il murale che raffigura Liliana Segre e Sami Modiano, 'Anti-semitism, History repeating', acquisita a gennaio, la Fondazione Museo della Shoah accoglie un'altra opera dell'artista aleXsandro Palombo.

L'evento

'The Star of David' - Edith Bruck è stata svelata oggi dal presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia con la presidente dell'Ucei Noemi Di Segni, insieme al presidente della comunità ebraica di Roma Victor Fadlun e all'ambasciatore israeliano in Italia Jonathan Peled, oltre alla 93enne scrittrice.

"Aver recuperato questa opera, anche se purtroppo è stata colpita e quindi non è più integra come prima, è estremamente importante perché costituisce una memoria", ha detto il presidente della comunità ebraica di RomaVictor Fadlun a margine dello svelamento dell'opera. "Oggi rispettare la memoria non vuol dire soltanto ricordare, ma è divenuta una vera e propria scelta politica; una scelta da che lato stare della storia".

"Edith ha voluto partecipare a questo svelamento - racconta Mario Venezia - che fa seguito a questi atti di inciviltà e di vandalismo compiuti a Milano contro l'opera originaria che lì era stata esposta. L'artista, di fronte a questo atto di inciviltà, dietro nostra sollecitazione, ha deciso di ricostruire l'opera e donarcela. Quando l'ha saputo, Edith ha dato la propria adesione a questo nuovo svelamento proprio come atto di risposta civile a un atto di violenza, quindi una risposta civile, una risposta culturale, ma noi intendiamo far sentire la nostra voce. Esponendola qui fuori, oltretutto, diamo anche un segnale per i visitatori, per i passanti".

Presente anche Maria Elena Boschi di Italia Viva, che ha voluto sottolineare come fosse "importante esserci, perché ogni atto di antisemitismo non può passare sotto traccia, non può essere sottovalutato, ma deve avere una reazione forte da parte di tutta la comunità italiana. L'atto vandalico che aveva rovinato l'opera originaria è stato un atto contro tutti noi, contro il genere umano: tutti dobbiamo sentirci coinvolti e colpiti in prima persona quando c’è un atto antisemita, quando c’è un atto contro la storia e la testimonianza di Edith Bruck ma in generale di chi ha vissuto l’olocausto".

Edith Bruck: "L'antisemitismo non finisce mai"

"L'antisemitismo in Europa è qualcosa che mi spaventa", così Edith Bruck nel corso del dialogo dopo lo svelamento dell'opera 'The Star of David' (VIDEO). "Stati Uniti, Germania, Ungheria, ma non solo, hanno rimosso. In Ungheria oggi insegnano che sono stati i tedeschi a portarci via: per qualsiasi nefandezza, sono stati loro. Ma sono stati gli ungheresi, i fascisti italiani. Hanno collaborato tutti in Europa, dire che hanno fatto tutto i tedeschi è gravissimo", ha spiegato. "Ditemi - ha proseguito Bruck - un Paese che ha fatto i conti col passato. L’uomo cancella facilmente i propri misfatti, li rimuove. Che mondo è quello dove muore un bambino? Quando accadde del Biafra, io non riuscii a mangiare. Oggi mangio, stiamo tutti peggiorando. Tutto il male degli altri riguarda anche noi, riflette sull’economia, sulle migrazioni, sulle fughe da quei Paesi. Ci riguardano. Ci sono nuove insofferenze, nuovi razzismi, oggi ricomincia tutto da capo. È molto triste".

Poi la scrittrice e poetessa ha parlato dell'importanza di testimoniare ciò che aveva vissuto: "Quando siamo stati liberati, tornata in Ungheria, nessuno voleva ascoltarci. Volevo raccontare quel che avevamo visto: era incontenibile, quel veleno, quella rabbia che scoppiava dentro. E non c’erano orecchie umane che volessero ascoltare. Da lì ho iniziato a scrivere. Poi ho iniziato a testimoniare nelle scuole, dal 1959. Da lì non ho mai smesso più. Perché non basta mai, perché l’antisemitismo non finisce mai, è una cosa eterna che forse non verrà mai cancellata". "Non esiste al mondo che possa dimenticare. Innanzitutto, perché ho una memoria di ferro. Ma non puoi dimenticare - ha aggiunto - una cosa che fa parte della tua esistenza, un vissuto che non si fa dimenticare. Quello che ho visto e vissuto è per la vita, non soltanto la mia. Questa è una lezione per la vita. Auschwitz è per la vita. E io non voglio dimenticare neanche un giorno, neanche un minuto di quello vissuto. Per raccontare una cosa che non deve mai essere dimenticata, né deve capitare a nessun essere umano”. "Il negazionismo è un grande dramma. Primo Levi ha vissuto questo periodo negli anni ‘80. Parlai con lui quattro giorni prima che si suicidasse: 'Ti rendi conto che negano quello che abbiamo vissuto mentre siamo ancora in vita? Cosa succederà dopo?' Non ce l’ha fatta a reggere. Bisogna farlo: ripetere e raccontare questa terribile verità".

Edith Bruck: "Ci sono cose orrende anche oggi, ma niente è paragonabile alla Shoah"

Edith Bruck ha sottolineato che oggi non c'è un'altra Shoah e spera che non ci sarà mai. "Tutte le mostruosità del mondo ci riguardano, ma non si può paragonare nulla con la Shoah. E quando Papa Francesco, con cui ho un ottimo rapporto, ha parlato di genocidio, io sono stata la prima a protestare. Lui ha detto: 'Bisogna appurare se a Gaza eccetera…' No. Nulla assomiglia ed è paragonabile alla Shoah", ha dichiarato la scrittrice.

"Non si può tacere - ha proseguito Bruck - su una mostruosità del genere, dove un milione di bambini vengono gettati in un forno. Certamente ci sono cose orrende anche oggi: purtroppo, con molta facilità, viene paragonato alla Shoah ciò che accade oggi. Ma non c’è un’altra Shoah, e spero che non ci sia mai, in nessuna parte del mondo. È stata una cosa unica nella storia. Nulla assomiglia a ciò che è accaduto".

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