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Roma, a Trastevere manifestazione con l'ex Gf Marina La Rosa: "Vogliamo più sicurezza" - Video

Il figlio dell'ex protagonista del Grande Fratello vittima del 'knock out game'. Gli abitanti del quartiere denunciano: "E' come il Bronx"

L'ex concorrente del Grande Fratello Marina La Rosa, foto Adnkronos
L'ex concorrente del Grande Fratello Marina La Rosa, foto Adnkronos
07 febbraio 2025 | 19.08
LETTURA: 3 minuti

"Vogliamo sicurezza. Ora. I nostri figli escono di casa. Vogliamo che ci tornino. Basta silenzi. Basta paure". Marina La Rosa, l'ex protagonista del Grande Fratello, oggi è scesa in Piazza San Cosimato a Trastevere per chiedere maggiore tutela verso i giovani (Video).

Il figlio 16enne della La Rosa, lo scorso 3 febbraio, è stato vittima del cosiddetto 'knockout game', che consiste nello sferrare un pugno a qualcuno prima che si renda conto dell'aggressione.

"A Trastevere c'era una sensazione di insicurezza già da prima che mio figlio prendesse un pugno. Se quando i nostri figli escono noi sorridiamo, in verità siamo preoccupati e speriamo che tornino a casa sani e salvi". "Non ci sentiamo tutelati perché non lo siamo. Perché la polizia non c’è, perché non sentiamo le forze dell'ordine vicine ai nostri figli. Non ce l'ho con le forze dell'ordine, che fanno un gran lavoro, ma non hanno mezzi - prosegue La Rosa - perché non si fanno investimenti. Viviamo in un Paese in cui non si garantisce la sicurezza. E questo è uno Stato che ha fallito".

"Ho incontrato anche il sindaco Gualtieri, gli ho detto la verità: che la sera dell'aggressione a mio figlio c’erano fra i 3 e i 7 poliziotti e basta. Lui - racconta - si è detto preoccupato, ha annunciato progetti che però devono essere messi in campo adesso, subito. La sicurezza non è né di destra né di sinistra né ha colore. Vogliamo sicurezza adesso".

Gli abitanti del quartiere: "E' come il Bronx"

Il rione romano si ritrova in piazza e chiede maggiore attenzione dal punto di vista della sicurezza e del decoro urbano. "Gli episodi si registrano soprattutto il sabato quando escono i nostri figli: il mio - racconta una mamma - mentre era con alcuni amici sono stati accerchiati. Gli hanno chiesto dei soldi, poi ha preso cazzotto in faccia. Erano le 10 di sera". Secondo i genitori, "i gruppi sono sempre gli stessi, conosciuti anche dalle forze dell’ordine, che, dalle 22 alle 9 del mattino, con coltelli, taser e cazzotti, danno fastidio ai ragazzi. E la polizia, quando siamo andati in commissariato, non ha preso la nostra denuncia e ci ha detto di non mandare figli a Trastevere".

"Questo quartiere è come il Bronx. La situazione difficile qui che si è venuta a creare è stata causata da un problema che è stato trascurato e ora dilaga" racconta all’Adnkronos la presidente di Emergenza Trastevere, Simonetta Marcellini. "In rioni come Trastevere, per storia un quartiere ‘godereccio’, sono cadute le regole, che non esistono più. Per nessuno: da chi entra in macchina nelle zona pedonali, a chi riempie le strade di tavolini, fino a chi parcheggia il camion sui marciapiedi per scaricare merci. Cosa serve? In primis più controlli e più illuminazione. Non possono esistere - conclude Marcellini - zone di penombra".

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