A oltre 50 anni dall'incendio appiccato nell'abitazione che uccise i fratelli Stefano e Virgilio Mattei, prosegue la vicenda dei risarcimenti. L'avvocato Federico Ferro Luzzi: "Non faremo cadere in prescrizione la richiesta risarcitoria"
Le eredi dell'avvocato Antonio Tommaso Mancini, che fu legale di Achille Lollo, vs Antonella Mattei, sorella di Stefano e Virgilio che, rispettivamente a 10 e 22 anni, morirono nel rogo di Primavalle il 16 aprile 1973. A oltre 50 anni dall'incendio appiccato alla loro abitazione da un gruppo di ragazzi del collettivo Potere Operaio, e a otto anni dalla sentenza della sezione tredicesima del Tribunale civile di Roma, la vicenda relativa ai risarcimenti prosegue.
La sentenza condannò Achille Lollo, Clavo Marino e Manlio Grillo (condannati ma fuggiti all'estero e la cui pena venne poi dichiarata estinta dalla Corte d'Assise d'Appello di Roma per intervenuta prescrizione) a risarcire ad Antonella Mattei, a sua volta sopravvissuta al rogo insieme ad altri famigliari, per oltre 923mila euro, ma dispose per la stessa Mattei il pagamento delle spese di lite e il risarcimento danni nei confronti, tra gli altri, delle eredi dell'avvocato Antonio Tommaso Mancini, che fu legale di Lollo, per aver fatto causa allo stesso legale. Quest'ultimo, come ricordato anche nella sentenza dei giudici civili, fu tirato in ballo perché accusato di "aver esorbitato le sue funzioni di difensore" inducendo uno dei condannati a fare determinate dichiarazioni alla stampa.
Da quel momento le eredi dell'allora avvocato di Achille Lollo hanno tentato, tramite l'azione dell'avvocato Federico Ferro Luzzi, di recuperare dalla Mattei somme per oltre 50mila euro, e la loro battaglia legale prosegue. "Noi non faremo cadere in prescrizione la richiesta risarcitoria perché, al di là della tragedia, ci è risultata da subito incomprensibile la richiesta nei confronti dell'avvocato Mancini", sottolinea all'Adnkronos l'avvocato Ferro Luzzi riferendo che ed è stata fissata per l'1 ottobre 2025 una nuova udienza per il pignoramento. I giudici civili, nella sentenza del 2016, hanno bollato come "palesemente infondata" la richiesta di addebito mossa contro l'allora legale di Lollo perché non si capisce quale sia il "nesso causale tra la condotta" attribuita a Mancini nel 2005 e i "tragici fatti dell'aprile 1973".
"La causa è durata tantissimi anni ed è più volta ricominciata, ogni volta avevamo proposto di rinunciare alle spese legali a condizione che non venisse riassunta la causa contro il prof. Mancini - racconta Ferro Luzzi - Ogni volta hanno invece continuato a riassumerla nei confronti dell'avvocato". Le eredi dell'ex legale di Lollo, intenzionate a difendere la reputazione del loro congiunto, vanno avanti. Antonella Mattei, interpellata sulla vicenda, ha preferito non commentare.