
Il testo scritto dal Pontefice in convalescenza per la quarta domenica di Quaresima: "La fragilità e la malattia sono esperienze che ci accomunano tutti". E rinnova la preghiera per il Myanmar
Papa Francesco nell'Angelus di oggi, 30 marzo, parla di guarigione. Nel testo preparato solo in forma scritta per la quarta domenica di Quaresima Bergoglio invita tutti a viverla ''tanto più nel Giubileo, come tempo di guarigione. Anch’io la sto sperimentando così, nell’animo e nel corpo. Perciò ringrazio di cuore tutti coloro che, a immagine del Salvatore, sono per il prossimo strumenti di guarigione con la loro parola e con la loro scienza, con l’affetto e con la preghiera. La fragilità e la malattia sono esperienze che ci accomunano tutti; a maggior ragione, però, siamo fratelli nella salvezza che Cristo ci ha donato'', scrive il Papa.
''Nel Vangelo di oggi Gesù si accorge che i farisei, invece di essere contenti perché i peccatori si avvicinano a lui, si scandalizzano e mormorano alle sue spalle. Allora Gesù - sottolinea Francesco - racconta loro di un padre che ha due figli: uno se ne va di casa ma poi, finito in miseria, ritorna e viene accolto con gioia; l’altro, il figlio 'obbediente', sdegnato col padre non vuole entrare alla festa. Così Gesù rivela il cuore di Dio: sempre misericordioso verso tutti; guarisce le nostre ferite perché possiamo amarci come fratelli''.
Il Pontefice rinnova quindi il suo pensiero al Myanmar. "Continuiamo a pregare per la pace in Myanmar, che soffre tanto anche per il terremoto", scrive nell'Angelus.