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Omicidio sindaco Angelo Vassallo, 4 arresti: in carcere anche due carabinieri

L'accusa mossa dalla Procura di Salerno è di omicidio volontario in concorso. Vassallo aveva scoperto spaccio di droga. Il fratello: "Dopo 14 anni vogliamo sapere chi ha depistato e perché"

Nella foto il sindaco Angelo Vassallo (Fotogramma)
Nella foto il sindaco Angelo Vassallo (Fotogramma)
07 novembre 2024 | 12.13
LETTURA: 3 minuti

Quattro arresti per l'omicidio del sindaco Angelo Vassallo, ucciso a Pollica la sera del 5 settembre 2010, ci sono anche due carabinieri. La svolta è arrivata a distanza di 14 anni, con l'esecuzione di un'ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere nei confronti di 4 persone indagate per l'assassinio del sindaco pescatore. L'accusa mossa dalla Procura di Salerno è di omicidio volontario in concorso. Vassallo aveva scoperto un giro di droga che passava per il porto di Acciaroli e avrebbe denunciato di lì a poche ore i fatti ai carabinieri.

Stamattina, i carabinieri del Ros di Roma hanno eseguito i 4 arresti: in manette sono finiti l'imprenditore Giuseppe Cipriano, il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, l'altro carabiniere Lazzaro Cioffi e il collaboratore di giustizia Romolo Ridosso.

"Accordo per depistare le indagini"

Ci sarebbe stato un accordo preventivo per depistare le indagini dell'omicidio del sindaco pescatore. Un accordo al quale avrebbe partecipato il colonnello Fabio Cagnazzo, che poi avrebbe spinto la Procura di Salerno a seguire una falsa pista. È questa la principale accusa mossa nei confronti dei 4 indagati. Gli altri tre arrestati, secondo l'Antimafia salernitana, avrebbero preso parte all'ideazione, pianificazione e organizzazione dell'omicidio di Vassallo, assassinato il 5 settembre 2010 con nove colpi di pistola calibro 9. I primi sopralluoghi sarebbero stati eseguiti da Cioffi, mentre Ridosso e Cipriano si assicurarono che nel luogo dove poi è scattato l'omicidio non fossero presenti telecamere di videosorveglianza.

La falsa pista del 'brasiliano' e della lite con l'albergatore

La falsa pista del "brasiliano" e la presunta lite con un albergatore. Sono questi i due depistaggi che la Procura di Salerno imputa al colonnello Cagnazzo. I carabinieri del Ros di Roma, coordinati dalla Procura di Salerno (procuratore Giuseppe Borrelli) hanno ricostruito tutte le fasi immediatamente successive al delitto, quando il colonnello Cagnazzo "come concordato in precedenza, depistava effettivamente le indagini condotte dalla Procura di Salerno" indirizzandole verso la falsa pista del pusher "brasiliano" Bruno Humberto Damiani e della lite con Roberto Vassallo (solo omonimo del sindaco ucciso, titolare di un albergo del luogo). Il tutto per coprire il traffico di droga organizzato al porto di Acciaroli dal clan Cesarano di Castellammare di Stabia, Pompei e Scafati.

Il fratello di Angelo Vassallo: "Dopo 14 anni vogliamo sapere chi ha depistato e perché"

"Dopo 14 anni arriva la conclusione di una tragedia che avevamo annunciato da tempo. Ringraziamo il procuratore Giuseppe Borrelli che ha creduto in questa pista. Ora vogliamo sapere chi ha depistato le indagini e perché lo ha fatto". A parlare con l'Adnkronos è Dario Vassallo, fratello del sindaco pescatore di Pollica.

"Dopo 14 anni ci siamo rotti le scatole - dice Dario Vassallo - vogliamo sapere perché sono state depistate le indagini. E c'è un tema importante. Accanto a un omicidio di un sindaco si scombussola tutto il territorio. Di recente il senatore Gianluca Cantalamessa ha presentato un'interrogazione al ministro Piantedosi ed ha chiesto un'ispezione al comune di Pollica. Oggi, noi come Fondazione Vassallo chiediamo di accelerare questo iter e di mandare finalmente gli ispettori del Ministero presso il comune di Pollica".

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