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Omicidio Giada Zanola, imbottita di psicofarmaci prima di essere uccisa

E' quanto emerge dagli esami tossicologici sul corpo della 33enne bresciana gettata a fine maggio da un cavalcavia dell'autostrada

Il cavalcavia da cui è stata buttata Giada Zanola (Fotogramma)
Il cavalcavia da cui è stata buttata Giada Zanola (Fotogramma)
28 settembre 2024 | 13.28
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L'esito degli esami tossicologici sul corpo di Giada Zanola, la 33enne bresciana gettata da un cavalcavia sull'autostrada A4 a Vigonza a fine maggio, ha evidenziato la presenza di importanti quantitativi di Lorazepam, il comune psicofarmaco Tavor, mentre non ne è stata trovata traccia nei capelli di Andrea Favero, il suo compagno accusato dell'omicidio.

Gli esami tossicologici sconfesserebbero quanto riferito dal camionista 38enne, ossia che li usava lui per poter dormire. L'uomo rimane in custodia cautelare in carcere a Padova.

L'autopsia

I primi esiti dell’autopsia indicherebbero che Giada era, comunque, ancora viva, quando è stata gettata giù per un salto di 15 metri. Dall'autopsia, eseguita dal professor Claudio Terranova dell'università di Padova, è stato escluso lo strangolamento, né appaiono ferite causate da armi da taglio, mentre sono stati rinvenuti alcuni lividi che confermano la lite tra la donna e il suo compagno di circa due giorni prima della morte della bresciana.

Verifiche su Pc e cellulari

Nelle scorse settimane la scientifica ha perquisito la casa, dove i due vivevano col loro figlio di tre anni e ha sequestrato materiale informatico. Sparito, però, il cellulare della donna. Un perito informatico è stato incaricato intanto di analizzare quello del camionista e il suo Pc.

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