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Neonata rapita a Cosenza: Rosa Vespa resta in carcere, libero il marito

La donna, indagata per sequestro di persona, si è assunta ogni responsabilità. L'uomo al gip: "Convinto fino all'arrivo della polizia che fosse mio figlio"

La clinica di Cosenza dove è stata rapita la neonata, poi ritrovata
La clinica di Cosenza dove è stata rapita la neonata, poi ritrovata
24 gennaio 2025 | 14.13
LETTURA: 3 minuti

Resta in carcere Rosa Vespa, la donna che, lo scorso 21 gennaio, ha rapito una neonata dalla clinica 'Sacro Cuore' di Cosenza e che ora è indagata per sequestro di persona, mentre è stato scarcerato il marito Moses Omogo Chidiebere. A deciderlo, il gip di Cosenza Claudia Pingitore che, a seguito dell'interrogatorio di garanzia di questa mattina, ha convalidato la misura cautelare nei suoi confronti.

Rosa Vespa si assume ogni responsabilità. Il marito: "Pensavo fosse mio figlio"

Durante l'interrogatorio, alla presenza del pm Antonio Bruno Tridico e dei difensori, gli avvocati Gianluca Garritano e Teresa Gallucci, Vespa si è assunta ogni responsabilità dell'accaduto, mentre il marito ha ribadito di essere all'oscuro di tutto e di essere stato convinto, fino all'arrivo della polizia, che la piccola rapita fosse suo figlio. L'interrogatorio dei due è durato circa tre ore.

La finta nascita, la festa in casa e l'arresto

Come spiegavano fonti investigative, all'arrivo delle forze dell'ordine all'interno dell'appartamento della coppia, a Castrolibero, erano in corso i festeggiamenti con tanto di banchetto per la nascita del bambino. Ad attendere il loro arrivo in casa, i parenti di Vespa e il marito, ignari del rapimento.

La donna, infatti, avrebbe simulato per 9 mesi la gravidanza, raccontando ai familiari di essere in attesa di un maschietto e di essere stata trattenuta nella clinica alcuni giorni in più del previsto per degli accertamenti. Tutto era stato organizzato nei dettagli: la bimba era stata vestita di azzurro e gli allestimenti della festicciola erano di colore blu, proprio come se il nascituro fosse di sesso maschile. L'8 gennaio scorso, la donna aveva anche annunciato sui social la nascita di un bimbo, Ansel. "Dopo tanta attesa il nostro miracolo è arrivato! Alle ore 20:00 di oggi è nato Ansel. Mamma e Papà ti amano!", recitava il post.

“Al nostro arrivo nell’appartamento dei rapitori, c’era una festicciola organizzata per il rientro a casa. C’erano degli ospiti all’interno dell’abitazione, era un attimo di convivialità, di festa. Ci è stata indicata una stanza all’interno della quale c’era una culletta, con dentro adagiata la bambina che sonnecchiava. Una cosa organizzata sicuramente con la premeditazione di compiere il gesto”, le parole di Claudio Sole, poliziotto in servizio presso la Squadra Mobile della Questura di Cosenza, il primo a prendere in braccio la piccola Sofia.

“I due non hanno opposto resistenza, la donna è caduta in un mutismo totale, non ha proferito parola. Gli ospiti erano del tutto ignari, ma ci è sembrato ignaro anche lo stesso coniuge, poi questo è da valutare”, aveva detto.

“Pare che fossero andati anche alla pasticceria affianco per ordinare una torta con il nastro rosa, che poi comunque non è stata commissionata. La donna non era incinta, non ci sono riscontri di nascite o di parti", precisava Sole, per il quale "riconsegnare la bambina alla mamma, vederla sciogliersi completamente, per me che sono un operatore di polizia, è stata un’emozione grande”.

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