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Meningite, casi in risalita in Italia: come riconoscere i sintomi

Stefanelli (Iss): "Ritorno a numeri pre-Covid". Infettivologi: "Nei giovani può avere evoluzione rapida"

Persona ammalata con termometro -
Persona ammalata con termometro - 123RF
05 ottobre 2023 | 16.43
LETTURA: 3 minuti

Sono in risalita in Italia i casi di meningite batterica da meningococco che "è tra le meningiti quella con il maggiore impatto e complicanze". Lo dice all'Adnkronos Salute Paola Stefanelli, dirigente di ricerca del dipartimento Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità (Iss), in occasione della Giornata mondiale della meningite.

L'incidenza sulla popolazione

"L'incidenza sulla popolazione generale nel pre-Covid - spiega Stefanelli - era intorno allo 0,32 per 100mila abitanti, piuttosto bassa e simile a quella europea. Con la pandemia e l'uso delle mascherine e il distanziamento hanno fatto ridurre drasticamente i casi, con un'incidenza a 0,1 per 100mila abitanti. Ma i dati più recenti ci indicano una leggera risalita verso i numeri pre-Covid". La meningite da meningococco "è una malattia che seppure rara ha un esordio rapido che può portare a complicanze serie e anche alla morte, ma l'incidenza cambia a seconda della fascia d'età dove focalizziamo l'attenzione: sotto l'anno di vita l'incidenza è 2,5 casi per 100mila e lo stesso dicasi per adolescenti. In Toscana nel 2015-2016 c'è stato un focolaio di meningite da meningococco C con dei decessi. E altri piccoli cluster ci sono stati in altre zone".

La meningite uccide ma il vaccino protegge

La letalità "non è bassissima anche se adesso, grazie alla vaccinazione e a trattamenti antibiotici puntuali, si riesce a gestire bene il paziente", precisa Stefanelli. La prevenzione "è oggi l'arma in più potente che abbiamo - rimarca - il vaccino quadrivalente (ACWY) è raccomandato a partire dai 2 anni con un richiamo fino a 5 anni di età e tra gli 11 e i 15 anni con un richiamo fino a 20 anni - aggiunge Stefanelli -. Poi è raccomandato l'anti-meningococco B ai nuovi nati con un richiamo nel secondo anno di vita. Questo vaccino - conclude - è anche raccomandato a chi ha determinate patologie che possono predisporre a un maggior rischio di sviluppare malattie da meningococco".

Riconoscere i sintomi può salvare la vita: ecco quali sono

C'è un elenco di segni e sintomi "da conoscere" perché si possono associare alla malattia, e sapere quali sono può essere la chiave per "salvare una vita". Nella lista compaiono: febbre; vomito; mal di testa forte; rigidità della nuca; tendenza a evitare la luce forte; dolore muscolare, articolare o degli arti; stato confusionale; mani e piedi molto freddi; rash (quelle che vengono definite petecchie, piccole macchie puntiformi rosse o violacee, caratteristiche delle forme da meningococco); convulsioni. Anche se non è così facile, precisano gli esperti, perché certi sintomi possono essere caratteristici anche di altre patologie, non sempre si presentano tutti insieme e non sempre sono così evidenti. "Alla domanda se ci sono segni e sintomi per riconoscere tempestivamente la meningite occorre rispondere sì e no", puntualizza all'Adnkronos Salute Paolo Bonfanti, direttore della Struttura complessa di Malattie infettive della Fondazione Irccs San Gerardo dei Tintori di Monza e professore all'università degli Studi di Milano-Bicocca.

Sintomi , la differenza tra giovani e anziani

"Nelle persone più giovani - piega Bonfanti - la malattia tende a manifestarsi con segni e sintomi abbastanza caratteristici, ma che possono avere un'evoluzione molto rapida ed è il motivo per cui qualche caso di meningite fatale purtroppo ogni tanto ancora lo vediamo. Nell'anziano è molto diverso, perché a volte i sintomi classici non compaiono. Magari compare uno stato di sopore e capita che la meningite non venga riconosciuta prontamente. Magari il paziente entra in ospedale e passano ore prima che venga fatta la diagnosi. Diciamo che soprattutto nella popolazione giovane ci sono dei sintomi più eclatanti, nell'anziano invece è una sfida a volte riconoscerla".

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