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Mal di pancia e bambini, gli esami inutili che costano 3mila euro

I pediatri: "Per il dolore addominale senza causa organica, lo shopping sanitario alimenta un circolo vizioso e non risolve il problema"

Una mamma con i bambini
Una mamma con i bambini
29 gennaio 2024 | 16.01
LETTURA: 2 minuti

Tante visite specialistiche, ecografie, esami di laboratorio per i mal di pancia senza causa organica, frequenti nei bambini, e che i pediatri definiscono 'dolore addominale funzionale'. Controlli inutili per questa condizione che non aiutano a risolvere il problema e costano, per ogni bambino che ne è colpito, circa 3mila euro all'anno, a famiglie e sistema sanitario. A fare i conti, per l'Adnkronos Salute, la presidente della Società italiana di pediatria (Sip), Annamaria Staiano, a margine della presentazione, oggi a Roma, della campagna europea sul 'dolore addominale funzionale', promossa dalla Società europea di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica (Espghan), realizzata in Italia da Sip e Società italiana di gastroenterologia epatologia e nutrizione pediatrica (Sigenp).

"Negli Stati Uniti - continua Staiano - qualche anno fa è stato fatto uno studio comparativo, che possiamo considerare un riferimento anche per noi, tra le spese sostenute per i bambini con dolore addominale ricorrente e quelli senza. Il risultato è che la spesa annua è di circa 3mila dollari all'anno in più per ogni bambino" con questo tipo di mal di pancia, non accompagnato "da 'campanelli d'allarme' che necessitano di approfondimenti come febbre, dolore continuo e in crescita mai avvertito prima o che sveglia il bambino di notte".

"Per bimbi o ragazzi affetti da dolore addominale ricorrente - ribadisce Staiano - proprio perché si fa uno 'shopping medico' non necessario, i costi sanitari salgono insieme al disagio dei piccoli e delle famiglie per i continui controlli. Per avere la conferma che non si tratti di una patologia organica, infatti, si fanno molte viste, si va da un medico all'altro. E le indagini inutili sono tante, come le ecografie che non sono indicate in questi casi, o i test di laboratorio", spiega la presidente Sip, sottolineando come uno nei messaggi della campagna lanciata oggi su questa condizione che interessa 3 bambini su 10, sia proprio quello di "evitare gli esami inutili, perché oltre a non servire il risultato negativo dei test non ferma le indagini ma addirittura alimenta il circolo vizioso. Serve invece che i genitori vengano informati dal proprio pediatra sull'inutilità dei controlli, rassicurati, sappiano che non ci sono pericoli e che l'80% dei piccoli migliora entro 2 anni dopo essersi rivolto a un medico".

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