Sul suo blog spiega di essere venuto in possesso dello scambio WhatsApp
L'ex 007 Francesco Pazienza avrebbe "dato una mano" a Report per realizzare l'inchiesta sul caso Moro. A rivelarlo è l'ex Br Paolo Persichetti, oggi ricercatore storico e autore di libri e inchieste sul rapimento e l'uccisione dello statista democristiano, che sul suo blog insorgenze.net, spiega di essere venuto in possesso di uno scambio WhatsApp tra Francesco Pazienza e Cristiano Lovatelli Ravarino, giornalista italoamericano, avvenuto nella fase preparatoria della trasmissione.
"Pazienza - ricostruisce Persichetti, che pubblica anche lo screenshot della conversazione - chiede a Ravarino se può aiutarlo 'con particolari mai svelati riguardanti la tragedia di Moro'. Si tratta 'di una nuova ricostruzione del rapimento e della morte da parte della televisione italiana. Mi hai accennato ad alcuni particolari riguardanti il luogo di Roma dove era stato ritrovato il corpo di Moro'. Pazienza fa riferimento alla parentela di Ravarino con la nobile famiglia Caetani, via nella quale venne fatto trovare Moro all’interno della Renault 4 la mattina del 9 maggio 1978 ed è situato palazzo Caetani. A quel punto Ravarino chiede se 'è un collega giornalista americano che ti sta intervistando?' e Pazienza risponde: 'No, Rai e non mi sta intervistando. Se posso cerco sempre di dare una mano', quindi informa Ravarino: 'Ti contatterà Sigfrido Ranucci se mi dai l’ok per dargli il tuo numero'. Ravarino accetta anche se alla fine non è stato coinvolto nella trasmissione".
Nel suo lungo articolo, in cui analizza anche altri elementi dell'inchiesta di Report, Persichetti definisce una "presa in giro per tutti gli ascoltatori" il presunto "coinvolgimento di Pazienza" nella costruzione della inchiesta: "spiega a quale mondo gli autori di Report si sono abbeverati per raccontare i presunti segreti del sequestro Moro", conclude.
"Smentisco nella maniera più assoluta quanto affermato da Persichetti in merito alla puntata di 'Report' sul caso Moro. Quello che ha scritto è pura fantasia, gli sarebbe bastato fare una telefonata al sottoscritto per verificare che l'informazione che ha dato è totalmente falsa". Ad affermarlo all'Adnkronos è Sigfrido Ranucci, commentando così le dichiarazioni dell'ex br Paolo Persichetti che, sul suo blog insorgenze.net, sostiene che l'ex 007 Francesco Pazienza avrebbe 'dato una mano' alla trasmissione nell'inchiesta sul caso Moro andata in onda ieri sera.
"Il programma è stato realizzato in piena autonomia dal collega Paolo Mondani, come tutti i servizi di 'Report', e la puntata è arrivata chiusa", sottolinea Ranucci. Che scandisce: "Abbiamo letto che ricalca molto il lavoro della seconda commissione Moro, quindi non c'è stato alcun depistaggio. E oltretutto, dagli screenshot mostrati non si evince che ci sia stato alcun depistaggio".
In merito alla figura del giornalista italoamericano Cristiano Lovatelli Ravarino, tirato in ballo da Persichetti come interlocutore di Pazienza nello scambio whatsapp, Ranucci risponde netto: "Non so neanche chi sia, non lo conosco, mai sentito. Quello che hanno scritto su quel sito è assolutamente falso, non so a cosa si riferiscono". Secondo quanto riferito da Persichetti, Ravarino avrebbe potuto avere delle informazioni utili a Ranucci, tanto che Pazienza avrebbe tentato di metterli in contatto. "Si evince chiaramente dal messaggio che non avrei nemmeno chiamato questa persona, quindi il depistaggio con chi l'avrei fatto? Finché ci saranno giornalisti così 'Report' avrà lunga vita", conclude Ranucci.
"Avevo saputo solo che (Report ndr.) doveva fare un servizio su Moro" e siccome "Cristiano Lovatelli Ravarino (giornalista italoamericano con una parentela con la nobile famiglia Caetani, via nella quale venne fatto trovare Moro all’interno della Renault 4 la mattina del 9 maggio 1978 ed è situato palazzo Caetani, ndr) mi aveva parlato da tempo dicendomi 'chissà perché la Renault 4 fu trovata davanti al loro palazzo', gli dissi: 'Se hai notizie in più rispetto a quelle che mi hai detto parlane con Ranucci'. Tutto qui". Lo afferma all'Adnkronos l'ex 007 Francesco Pazienza sulle notizie di stampa secondo cui avrebbe "dato una mano" a Report per realizzare l'inchiesta sul caso Moro.
Pazienza afferma di non essere stato contattato da Ranucci: "Assolutamente no", sottolinea aggiungendo: "Sapevo che stavano lavorando su Moro" e quindi ha pensato di agire propria iniziativa: "Esattamente", sostiene. "Gli dissi di Ravarino, se gli poteva interessare, e poi mandai un messaggio a Ravarino", ricostruisce spiegando il contatto. "Il mio rapporto con Ranucci nasce perché un paio di anni fa fece un servizio in cui mi aveva accumunato alla P2, io gli mandai la documentazione per dirgli che non c'entravo assolutamente niente con la P2 e Ranucci fece una rettifica. Normalmente i giornalisti italiani non fanno mai rettifiche", sottolinea spiegando che la conoscenza con Ranucci è nata così "e lo stimo molto".