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Intenti suicidi sul web, in un anno 195 casi segnalati a commissariato Ps online

Parla all'Adnkronos Martina Di Nanni, responsabile del commissariato online

Intenti suicidi sul web, in un anno 195 casi segnalati a commissariato Ps online
17 aprile 2025 | 18.57
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Lo scorso anno sono state 195 le segnalazioni di intenti suicidi arrivate al commissariato di Pubblica Sicurezza online, il sito ufficiale della polizia postale che riceve le segnalazioni direttamente dal cittadino attraverso la posta elettronica, principalmente su reati e situazioni di pericolo trovate sul web, e non solo. E da gennaio a oggi il trend è in leggero aumento. A cliccare sul sito www.commissariatodips.it sono per lo più giovani, ormai giovanissimi utenti della rete, gli stessi che subiscono minacce o estorsioni online e sempre online segnalano, chiedendo aiuto ancor prima di rivolgersi ai genitori. Lo racconta all'Adnkronos Martina Di Nanni, responsabile del commissariato online, un portale al quale lavorano dieci poliziotti, supportati all'occorrenza da due psicologhe in servizio alla Polizia Postale. "E' un servizio conosciuto e utilizzato anche dai minorenni, grazie alle visite che facciamo nelle scuole - spiega - Naturalmente al portale si possono rivolgere tutti, e non solo per comunicare situazioni relative a internet: si pensi, infatti, che ogni giorno riceviamo in media circa 500-600 segnalazioni".

Si abbassa l'età degli utenti della rete e dei social, cresce il numero di denunce presentate da ragazzini sempre protetti dallo schermo di un pc o di un telefonino. "Si sta abbassando notevolmente l'età media di chi naviga in internet - continua Di Nanni - Oggi a 8, 9 anni, ormai, i bambini cominciano a interagire con il mondo virtuale, con tutti i rischi che ne conseguono. Ci scrivono 13enni in preda alla disperazione, o alla vergogna, magari vittime di revenge porn, estorsioni sessuali da parte di apparenti coetanei che richiedono immagini esplicite e minacciano di diffonderle senza controllo in rete, in cambio di denaro". Tutto inizia con qualche commento o like sui profili social, si passa poi alla messaggistica, si avviano video chat e le immagini si fanno più intime. Nei giorni seguenti, il martellamento online include messaggi, chiamate e la richiesta di denaro, ultimatum e scadenze alle quali le vittime devono attenersi, se non vogliono che le immagini sessuali vengano diffuse agli amici e ai parenti, come è spiegato nel sito del commissariato online. Le vittime si sentono in trappola tra la vergogna di aver agito con leggerezza e il terrore della diffusione delle immagini intime.

E da questo può seguire la manifestazione di un gesto estremo. "Tutte le segnalazioni che il cittadino ci rivolge vengono lette praticamente in tempo reale e a queste si dà un ordine di priorità nella risposta. Quando il linguaggio di chi ci scrive suggerisce l'intento suicidario o comunque una situazione di disagio, di disperazione - dice ancora Di Nanni - la nostra procedura è di attivarsi come di fronte a una emergenza, affinché si identifichi e si geolocalizzi la persona che segnala, mandando una volante sul posto per verificare la situazione di persona, coinvolgendo eventualmente anche le psicologhe che abbiamo qui alla Polizia postale. Sono loro a contattare direttamente il minore, a far ragionare e a tranquillizzare un ragazzo vulnerabile, spaventato. Diffusissima tra i minorenni la sottrazione del profilo Instagram a ragazzine che, ignare, si ritrovano le loro foto su OnlyFans. Quello che diciamo sempre ai più giovani che si rivolgono a noi è che non sono soli, che c'é sempre una soluzione e la troveremo. Basta affidarsi, noi siamo dall'altra parte dello schermo ma vicinissimi e pronti a intervenire". (di Silvia Mancinelli)

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