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Corruzione Liguria, arrestato Toti: "Potrebbe rifarlo". Le accuse

Il presidente della Regione Liguria ai domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della procura di Genova. Stessa misura anche per il capo di gabinetto Cozzani, l’ad di Iren Paolo Emilio Signorini e l’imprenditore Aldo Spinelli

Giovanni Toti  - (Fotogramma)
Giovanni Toti - (Fotogramma)
07 maggio 2024 | 09.52
LETTURA: 6 minuti

Terremoto nella politica ligure: il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta della procura di Genova condotta dalla Guardia di finanza. L’accusa per Toti è di corruzione. Misure cautelari anche per manager e imprenditori, tra i quali l’ad di Iren Paolo Emilio Signorini e l’imprenditore Aldo Spinelli. Fra gli arrestati anche Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti

Per il gip di Genova Paola Faggioni che ha firmato l'ordinanza dalle condotte del governatore "traspare una evidente sistematicità del meccanismo corruttivo". In particolare, in occasione e in concomitanza delle quattro competizioni politiche che si sono susseguite nell'arco temporale dell'indagine (circa 18 mesi) - elezioni amministrative di Savona (ottobre 2021), elezioni amministrative di Genova (giugno 2022) elezioni politiche nazionali (25 settembre 2022) ed elezioni amministrative di Ventimiglia e Sarzana (maggio 2023) "Toti, pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, ha messo a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo, in favore di interessi privati, in cambio di finanziamenti, reiterando il meccanismo con diversi imprenditori (gli Spinelli e Moncada)". In alcuni casi, si legge nell'ordinanza, "era lo stesso Toti, a chiedere esplicitamente il finanziamento, promettendo al privato comportamenti o provvedimenti a lui favorevoli o addirittura ricordandondogli 'di aver fatto la sua parte' e quindi di aspettarsi conseguentemente una "mano" in vista delle elezioni".

Nel provvedimento di oltre 650 pagine, si specifica inoltre che l'arresto ai domiciliari si lega al pericolo di reiterazione del reato. In particolare nei confronti di Toti paiono ricorrere le esigenze cautelari per "il pericolo attuale e concreto che l'indagato commetta altri gravi reati della stessa specie di quelli per cui si procede e, in particolare, che possa reiterare, in occasione delle prossime elezioni, analoghe condotte corruttive, mettendo la propria funzione al servizio di interessi privati in cambio di utilità per sé o per altri". "Tali esigenze cautelari sono desumibili, essenzialmente, dalle modalità stesse della condotta" e "dalla stessa sorprendente disinvoltura con cui Toti manifesta il proposito di ricorrere a richieste di denaro agli imprenditori, sfruttando la momentanea soddisfazione per gli obiettivi imprenditoriali realizzati anche in seguito al proprio intervento".

Particolarmente significativa ai fini cautelari, si sottolinea nel provvedimento, è anche "l'emersione, dalle indagini di ulteriori vicende (ancora oggetto di approfondimenti investigativi) che hanno visto il coinvolgimento di ulteriori imprenditori e nelle quali, a fronte di richieste di interessamento per pratiche amministrative di loro interesse, sono seguite elargizioni di finanziamenti in favore del Comitato Toti". Ma il pericolo "traspare anche dalla stessa genesi delle condotte criminose contestate... mosse tutte evidentemente dal medesimo scopo di ottenere l'elezione o la rielezione, per il raggiungimento del quale è stata 'svenduta' la propria funzione e la propria attività in cambio di finanziamenti, abdicando in tal modo ai propri importanti doveri istituzionali", sottolinea il gip Faggioni.

Arrestato anche Matteo Cozzani, misure per altri 7

Arresti domiciliari anche per Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti, accusato di ‘corruzione elettorale’ aggravata dall’agevolazione mafiosa, in particolare al clan Cammarata del Mandamento di Riesi. Stessa accusa per Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, rappresentanti della comunità riesina di Genova, per i quali è stato disposto l’obbligo di dimora nel Comune di Boltiere, e per Venanzio Maurici, per i quali il gip ha disposto l’obbligo di firma.

In particolare, in occasione delle elezioni regionali del 20 e 21 settembre 2020 avrebbero promesso posti di lavoro e il cambio di un alloggio di edilizia popolare per convogliare i voti degli appartenenti alla comunità riesina di Genova (almeno 400 preferenze) e dei siciliani verso la lista ‘Cambiamo con Toti Presidente’, e verso l’indagato Stefano Anzalone ed alcuni altri candidati della lista. Venanzio Maurici, come elettore e referente ‘genovese’ del clan Cammarata del Mandamento di Riesi, in occasione delle regionali, per dare il proprio voto alla lista ‘Cambiamo con Toti Presidente’, avrebbe accettato la promessa di un posto di lavoro in favore del compagno convivente della figlia.

Misure anche nei confronti di Paolo Emilio Signorini, ad di Iren già presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, in carcere con l’accusa di corruzione. Ai domiciliari anche Aldo Spinelli, imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, accusato di corruzione nei confronti di Signorini e del presidente Toti.

Per Roberto Spinelli, imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, anche lui accusato di corruzione nei confronti del governatore della Liguria, il gip ha disposto la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale. Misure interdittive anche per gli imprenditori Mauro Vianello, del Porto di Genova, accusato di corruzione nei confronti di Signorini e per Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, accusato di corruzione nei confronti del presidente della Regione Liguria.

Nei confronti di Signorini e di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli il gip ha inoltre disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per un importo complessivo di oltre 570 mila euro, ritenuti profitto dei reati di corruzione contestati.

La Commissione parlamentare Antimafia, presieduta da Chiara Colosimo, ha chiesto gli atti dell’inchiesta di Genova. Nelle ultime settimane la Commissione si è mossa nello stesso modo anche per altre inchieste su presunta corruzione o presunto voto di scambio.

A Toti promessi soldi per sbloccare supermercati Esselunga

Toti e il suo capo di Gabinetto Cozzani sono accusati dalla Dda di Genova di aver accettato la promessa di Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, di un finanziamento illecito rappresentato dal pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo per la campagna elettorale comunale del giugno 2022 a fronte dell’impegno di sbloccare due pratiche di Esselunga pendenti in Regione relative alla apertura di due punti vendita rispettivamente a Sestri Ponente e Savona.

Nell’ambito dell’inchiesta, la procura di Genova contesta a Toti di avere accettato da Aldo Spinelli e Roberto Spinelli promesse di vari finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro, erogati tra dicembre 2021 e marzo 2023, per ‘trovare una soluzione’ per la trasformazione della spiaggia libera di Punta Dell’Olmo da “libera” a “privata”, agevolare l’ter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo di interesse di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli e pendente presso gli uffici regionali, velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova srl (controllata al 55% dalla Spinelli srl) pendente al Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e approvata nel dicembre 2021. Toti si sarebbe inoltre mosso per assegnare a Spinelli gli spazi portuali ex Carbonile Itar e Carbonile Levante (assegnazione avvenuta nel giugno e dicembre 2022, per assegnare a Spinelli un’area demaniale in uso al concessionario Società Autostrade (Aspi).

Fra le accuse, inoltre, anche quella di voler agevolare l’imprenditore nella pratica del ‘tombamento’ di Calata Concenter, approvata dal Comitato di Gestione nel luglio 2022.

Nota Esselunga

'Esselunga dichiara che il proprio management ha sempre agito correttamente ed esprime fiducia nell’operato della magistratura auspicando che si faccia tempestivamente chiarezza sui fatti''. Così in una nota il gruppo della grande distribuzione organizzata sull'inchiesta della procura di Genova.

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