Saranno 29 i membri della Commissione che discuteranno sul trattamento, definito dal decreto Schillaci-Roccella,"troppo disomogeneo in Italia"
Un tavolo tecnico di approfondimento sul trattamento della disforia di genere, istituito con decreto dai ministri della Salute Orazio Schillaci e della Famiglia Eugenia Roccella.
"Rilevata la disomogeneità con la quale i professionisti operano nel territorio nazionale e, conseguentemente, l'esigenza di disporre di linee di indirizzo che li supportino nel complesso percorso che va dalla diagnosi alle eventuali terapie dei pazienti disforici, perché giovani con disforia di genere, insieme alle loro famiglie, possano accedere al miglior supporto possibile, da parte del Servizio sanitario nazionale - si evidenzia nel decreto - viene ravvisata l'opportunità di costituire presso l'ufficio di Gabinetto del ministro della Salute un tavolo tecnico di approfondimento in materia di disforia di genere di minori, per una ricognizione delle modalità di trattamento di tale condizione nel territorio nazionale, inclusi eventuali aspetti giuridici connessi, e delle evidenze scientifiche emerse nella letteratura internazionale di settore". Recentemente, infatti, "alcuni Stati europei, che già da tempo adottavano il predetto farmaco, avendo rilevato importanti criticità, hanno rivisto, del tutto o in parte, i propri protocolli, specie quelli rivolti a minori".
Sono 29 i componenti del tavolo, a cui parteciperanno anche le principali società scientifiche del settore. A coordinarlo è il capo di Gabinetto del ministro della Salute, Marco Mattei. Ne fa parte anche Assunta Morresi, vice capo di Gabinetto della ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità.
"Aifa conferma tutti i nostri dubbi sul trattamento con triptorelina dei minori con presunta disforia di genere" dichiara, in una nota, il consigliere regionale di Fratelli d'Italia Diego Petrucci. "Il presidente dell'Agenzia ha dichiarato in audizione parlamentare, che i dati trasmessi da Careggi, relativi ai pazienti seguiti e sottoposti a trattamento ormonale (con anche triptorelina), 'confermavano l'assenza di segnali di sicurezza in seguito a controlli endocrinologici mentre nessuna informazione era presente in merito alle valutazioni psicologiche e psichiatriche'". "Parole che confermano i dubbi che abbiamo manifestato, fin da quando è scoppiato il caso Careggi. Già a gennaio, denunciavamo che secondo l’ultimo rapporto sulla triptorelina del Comitato di Bioetica, ‘non esistono studi di sicurezza e dati sufficienti di follow-up in grado di rassicurare sulla mancanza di effetti collaterali a breve e a lungo termine’. Questione confermata ieri da Aifa. E sempre all'inizio dell'anno, dicevamo che nel Centro non è presente un neuropsichiatra infantile, figura imprescindibile per seguire i minori con presunta disforia di genere. E anche questo è stato confermato da Aifa che non ha mai ricevuto alcuna valutazione psichiatrica e psicologica sui bambini trattati con triptorelina, visto che non c'è un neuropsichiatra fisso in struttura. E poi, il presidente di Aifa ha ribadito che il Centro ha trasmesso dati parziali riguardo il trattamento con triptorelina. Siamo di fronte a un comportamento antiscientifico che blocca – nella sostanza – lo studio sull'utilizzo del farmaco".
"Non c’è nessuna strumentalizzazione politica da parte nostra ma una seria assunzione di responsabilità di fronte a un tema così delicato. Per questo rifuggiamo qualsiasi ideologica su questo argomento. Bene hanno fatto il ministro Schillaci e Roccella a istituire un tavolo tecnico sulla disforia di genere costituito da 29 esperti" conclude Petrucci.