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Da Aurora morta a Piacenza a Sara Centelleghe, cresce la violenza tra i giovani

Sempre più spesso i protagonisti della cronaca nera sono giovani e giovanissimi. Casualità, effetto-emulazione o campanello d'allarme sul disagio dei ragazzi?

Strage di Paderno Dugnano, fiori davanti al cancello della via dove si trova la villetta teatro dell'uccisione da parte del figlio maggiore di mamma, papà e fratellino - Fotogramma
Strage di Paderno Dugnano, fiori davanti al cancello della via dove si trova la villetta teatro dell'uccisione da parte del figlio maggiore di mamma, papà e fratellino - Fotogramma
29 ottobre 2024 | 19.09
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Sara Centelleghe, uccisa a 19 anni non ancora compiuti dal coetaneo vicino di casa; il caso di Aurora, la 13enne precipitata dal balcone a Piacenza per la cui morte è indagato per omicidio il fidanzatino di appena 15 anni. E tornando indietro di solo poche settimane il 17enne che a Viadana, in provincia di Mantova, ha malmenato e ucciso con una mossa di Mma la 42enne Maria Campai; l'omicidio di Candido Montini a Garzeno, nel Comasco, confessato da un altro 17ennne. Fino alle vicende estive più inquietanti: quella di Paderno Dugnano, dove un ragazzo non ancora maggiorenne ha ucciso mamma, papà e fratellino e l'omicidio del 16enne Thomas Christopher Luciani in un parco a Pescara. Sempre più spesso i protagonisti della cronaca nera sono giovani e giovanissimi. Casualità, effetto-emulazione o campanello d'allarme sul disagio dei ragazzi? Lo ha chiesto l'Adnkronos a Marco Dugato, ricercatore del centro di ricerca interuniversitario su criminalità e innovazione Trancrime.

"In termini numerici, vediamo che i reati commessi dai minori e dai giovani adulti sono tendenzialmente stabili, ma è vero che, soprattutto per i minorenni, tra il 2021 e il 2022 (ultimo anno per cui si hanno a disposizione i dati completi, ndr) si è registrato un aumento significativo dei reati di natura violenta", spiega Dugato. Incremento che "non si vede per le altre fasce d'età". Due anni non sono sufficienti però "per dire se è un trend che si stabilizzerà nel tempo, se c'è un aumento o se è un picco che casualmente può capitare".

Quanto al rischio di emulazione, "sicuramente esiste quando c'è esposizione mediatica, ma da unabomber al mostro di Firenze, è sempre stato così", senza però che questo avesse una diretta conseguenza in termini statistici.

Quello che invece statisticamente non può essere ignorato e va letto "insieme all'aumento dei comportamenti violenti, è il disagio dei ragazzi, che si manifesta per esempio con il crescere di problemi di natura psicologica e di atti di autolesionismo". Un "fenomeno sociale che è multifattoriale". In parte ha inciso sicuramente la pandemia, ma "il covid è stato un acceleratore di problematiche di più lungo periodo, che - se andiamo a guardare i dati - erano già in moto da prima e hanno a che fare con il sistema-Paese: i ragazzi hanno difficoltà di prospettiva e di futuro, acuite a maggior ragione nel periodo della pandemia, durante il quale si sono visti togliere tutta la dimensione della socialità con i pari". E questo - secondo il ricercatore di Transcrime - spiega tra le altre cose, il perché "le reazioni violente nel 90% dei casi avvengano tra coetanei".

A influire, però, è anche "il depotenziamento dei servizi all'interno delle istituzioni scolastiche e socio-assistenziali, che fa sì che i segnali premonitori di un disagio psichiatrico non vengano più colti". Secondo Dugato andrebbero potenziati non solo questi servizi, ma anche "la formazione per insegnanti, educatori e chi lavora nelle società sportive", affinché possano "avere strumenti per comprendere meglio i ragazzini".

A tutto ciò è sotteso poi un generale "tema di politiche e investimenti: i giovani ormai sono una forte minoranza in questo Paese. Ci si accorge di loro soltanto quando sono un problema e non si pensa mai a degli investimenti, per far sì, ad esempio, che fare sport al pomeriggio non sia lusso. Non possiamo poi lamentarci se i ragazzini, magari quelli di famiglie con meno possibilità economiche, sono per strada, dove prima o poi qualcosa lo romperanno, non perché sono cattivi, ma perché sono 15enni".

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