
Dal non amare le coccole al battere le mani, i neuropsichiatri indicano 10 comportamenti da tenere d'occhio
Oggi, 2 aprile, è la Giornata dedicata all'autismo. Ma come riconoscere i segnali di una malattia che - secondo i dati dell'Osservatorio nazionale sull'autismo - colpisce 1 bambino italiano su 77, tra i 7 e i 9 anni? Quella di oggi deve essere la giornata di "una rinnovata consapevolezza", è l'auspicio espresso dai neuropsichiatri dell'infanzia e dell'adolescenza che sottolineano l'importanza di inclusione e nuovi modelli di cura per questi giovani pazienti. Ma alla base di tutto questo c'è la diagnosi, il riconoscimento dei sintomi e segnali.
Per aumentare la conoscenza di questo mondo e sensibilizzare sul problema, la Sinpia (Società italiana di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza) elenca 10 campanelli d'allarme per riconoscere un disturbo dello spettro autistico nei bambini:
1 - non rispondono al proprio nome dopo i 12 mesi" di vita; 2 - "non si voltano verso gli oggetti quando un'altra persona li indica; 3 - evitano il contatto con gli occhi e vogliono stare da soli; 4 - hanno problemi a relazionarsi con gli altri o non presentano alcun interesse verso le altre persone; 5 - non amano essere abbracciati o coccolati o lo accettano solo quando è una loro iniziativa; 6 - appaiono assenti quando le altre persone parlano loro, ma reagiscono ad altri suoni; 7 - presentano un linguaggio immaturo e più in generale un ritardo nelle competenze linguistiche; 8 - ripetono le parole o le frasi che sentono invece di usare il linguaggio adeguato all'età e comunicativo; 9 - spesso compiono azioni ripetitive come battere le mani, dondolarsi o girare su se stessi; 10 - hanno reazioni inusuali a odori, sapori, suoni o a come le cose si presentano al tatto".
Sia la ricerca scientifica che la sensibilizzazione pubblica "sono strumenti fondamentali per garantire un futuro più inclusivo" per le persone con disturbo dello spettro autistico, assicura la Sinpia. "Investire in formazione, in tecnologie innovative, in interventi 'evidence based' e in supporto alle famiglie deve essere una priorità per riuscire ad affrontare questa condizione - interviene Stefania Millepiedi, vicepresidente Sinpia e responsabile Neuropsichiatria infantile Versilia - Dobbiamo accettare di interrogarci anche modificando abitudini consolidate, per intraprendere con forza la strada dell'inclusione, per tutte le condizioni di fragilità. Dobbiamo riuscire a creare una nuova cultura di salute, capace di tenere insieme le sfide ipertecnologiche dell'intelligenza artificiale con l'umanità e la professionalità insita nel prendersi cura dell'altro".