Il portavoce di “Scegliamo la Vita”, durante la manifestazione nazionale per la vita
''L’Unione Europea, purtroppo, negli anni passati non ha rappresentato il punto di partenza di legislazioni favorevoli alla vita, anzi, forse al contrario. Qualcosa è cambiato, seppur di poco. Si sa bene che per arrivare ai risultati finali del cambiamento bisogna fare tanti passi in avanti. Non credo che cambierà troppo dal punto di vista della composizione, ma sul profilo culturale noteremo una mutazione, ne siamo certi: molte delle persone che sono state elette nei vari partiti avevano sottoscritto i nostri Manifesti per la Vita dal concepimento fino alla morte naturale. Questa è una soddisfazione e un atto beneaugurante, anche se c’è bisogno che questi politici eletti si comportino con coerenza”. Così Massimo Gandolfini, Portavoce di “Scegliamo la Vita”, durante la manifestazione nazionale per la vita, tenutasi a Roma, con quasi 30.000 persone che hanno marciato da Piazza della Repubblica fino ai Fori Imperiali.
Oltre la composizione del nuovo Parlamento Europeo, un altro tema chiave più volte evocato durante il corteo è stato quello delle madri surrogato, o del cosiddetto utero in affitto, che Gandolfini boccia su tutta la linea, affermando “che la coppia committente sia eterosessuale o omosessuale non conta nulla. Il principio dell’utero in affitto va condannato. Vanno innalzate le multe; non siamo per le carcerazioni, ma sia chiaro che quello che si sta facendo è umanamente inaccettabile. Un divieto, come ce ne sono tanti nella nostra società, è doveroso: non si sta parlando di un senso unico o di un semaforo rosso, si sta parlando di vite umane”, ha concluso il portavoce.