I dati della Regione
Sono 650 i nuovi contagi da Coronavirus oggi 11 novembre in Friuli Venezia Giulia, secondo i dati Covid-19 dell'ultimo bollettino della Regione. Da ieri ci sono stati 6 morti. Nelle ultime 24 ore sono stati fatti 7.805 tamponi molecolari e 21.574 i test rapidi antigenici. Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 19, mentre i pazienti in altri reparti risultano essere 127. Da inizio pandemia i morti sono stati 3.891.
Dall'inizio della pandemia in Friuli Venezia Giulia sono risultate positive complessivamente 120.887 persone.
L'APPELLO DEGLI ANESTESISTI - "In Friuli Venezia Giulia, e in particolare a Trieste, la situazione dell'aumento dei casi Covid è drammatica e a questo punto serve la zona gialla". E' l'accorato appello di Alberto Peratoner, presidente del sindacato degli anestesisti rianimatori Aaroi-Emac del Friuli Venezia Giulia. "C'è un incremento progressivo dei ricoveri ospedalieri - sottolinea all'Adnkronos Salute - a media e bassa intensità, ma siamo sopra il 10% di occupazione dei posti letto in terapia intensiva. Su questo fronte l'incremento è più lento, 1 caso ogni 24-48 ore, quindi c'è ancora margine, ma se ci sarà un improvviso aumento dovremmo chiedere aiuto".
"A Trieste registriamo 20 ricoveri Covid al giorno" negli ospedali di Cattinara e Maggiore, prosegue Peratoner. "Con la necessità negli ultimi giorni di chiudere reparti per adattarli ai pazienti Covid", avverte. Il sindacato degli anestesisti auspica la zona gialla per la Regione "perché è palese l'incapacità di aumentare il numero dei vaccinati, a Trieste un cittadino su 3 non è vaccinato, e si è creato un mix letale - osserva - di non immunizzati, cortei e manifestazioni di no-vax e no-green pass, e anche la vicinanza con la Slovenia che è lo stato peggiore d'Europa in questo momento". A preoccupare gli anestesisti è anche il fatto che "in questa situazione drammatica, il tracciamento dei casi è saltato. L'80-90% di chi è ricoverato in terapia intensiva è non vaccinato e, da quello che mi viene detto dai colleghi che si occupano delle immunizzazioni, pochi si stanno convincendo a fare la prima dose".