Il segretario del Pd: "Salvini raccoglie firme contro il coprifuoco deciso dall'esecutivo di cui fa parte". La replica: "Letta vuole gli italiani chiusi in casa"
"Voglio che questo governo vada avanti fino alla fine della legislatura, ma è successo una sola volta e non deve succedere più che un partito dentro la maggioranza non voti come la maggioranza". Enrico Letta, segretario del Pd, si esprime così sull'astensione della Lega in relazione al decreto riaperture. Se la Lega "non vuole stare al governo non stia al governo. Oggi Salvini sta partecipando a una raccolta firme contro il coprifuoco che il governo, di cui lui fa parte, ha deciso", dice Letta a 'Mezz'ora in più'. Il decreto riaperture prevede il ripristino della zona gialla da domani, 26 aprile, con nuove regole per spostamenti, negozi, scuola. "Ora stiamo riaprendo, ma se queste aperture fossero una falsa partenza e si dovesse richiudere l'estate salterebbe: non c'è gente cattiva e gente buona che vuole togliere il coprifuoco. Si vogliono aperture in sicurezza e irreversibili", dice. "Noi siamo dentro questa maggioranza per il bene dell'Italia e convintamente andiamo avanti, il nostro giudizio su Draghi è positivo e lo sosteniamo ma è evidente che questa è una maggioranza straordinaria, alle elezioni andremo divisi. Se verranno varcate delle linee rosse la nostra durezza sarà a prova di diamante",
Letta pone l'accento anche sul tema dell'immigrazione dopo l'ultima tragedia al largo delle coste libiche. "Ci sono questioni che non sono negoziabili. I voti si possono perdere, la dignità no e lasciar morire in mare delle persone è contro le leggi del mare", dice. "Penso che oggi si potrebbe fare di più rispetto a quello che si è fatto in precedenza. Voglio impegnare il mio partito a livello europeo e nazionale, abbiamo responsabilità di governo e so che quando parlo non posso fare discorsi astratti. Negli ultimi 4-5 anni l'effetto del trumpismo su questi temi è stato enorme, ora credo che le forze populiste in Europa stiano regredendo ma tutti insieme dobbiamo fare di più", ribadisce.
"La mia tesi è molto semplice, alcune questioni non sono negoziabili. I voti si possono ritrovare, ma se si perde la dignità non si ritrova più. Noi leghiamo questi temi all'immigrazione, ma lasciar morire persone in mare è contro la legge del mare, a prescindere dal fatto che siano immigrati. Si devono salvare e un paese che è il cuore del Mediterraneo non può che agire così. Su questo tema non ho alcun dubbio", afferma. Questa posizione sarebbe un pericolo per la tenuta del governo? "Alcune questioni non sono negoziabili. E' disposto a rischiare uno scrollone nella maggioranza? Mi auguro che tutti siano cambiati in questi anni e che a nessuno venga l'idea di fare propaganda sulla pelle delle persone che muoiono in mare. Spero che Salvini abbia cambiato posizione? Che vuole le dica, andiamo a vedere come stanno le cose e poi ragioniamo. Non è solo una questione solo italiana, è un tema di livello europeo".