L'allarme dei professionisti
"E’ verosimile che registreremo molte perdite di posti di lavoro, sarà dunque necessario puntare sulle politiche attive per il lavoro per riaccompagnare i lavoratori verso altri posti disponibili anche per far fronte alle numerose opere che, si auspica, dovranno essere realizzate con i fondi del Recovery Plan". Così, con Adnkronos/Labitalia, Francesco Duraccio, vice presidente del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro, commenta i possibili effetti della fine dello stop ai licenziamenti, mantenuto dal governo solo per i settori abbigliamento, tessile e articoli in pelle fino a fine ottobre.
"Non si può generalizzare, su questa scelta -continua Duraccio riferendosi alla possibilità delle aziende di licenziare- incidono sia fattori geografici che settoriali. In alcuni casi si ha la sensazione che il ritorno alla “normale” vita sociale possa consentire la ripresa economica delle aziende. In altri, invece, ciò non sarà possibile e le aziende dovranno approcciare alla ripresa riorganizzandosi sia nelle attività che nell’organico", aggiunge.
E Duraccio ha commentato anche la proroga della cassa Covid e del divieto di licenziamento per i settori del tessile, dell'abbigliamento e degli articoli in pelle e pelliccia, contenuti nel decreto lavoro del governo. "Al netto di tutti i ragionamenti sulla legittimità del divieto di licenziamento e sulla limitazione della libertà di iniziativa economica, è certamente una misura che può produrre, come finora avvenuto, un effetto nel breve periodo ma non può evidentemente scongiurare il licenziamento dei lavoratori 'in esubero' quando il divieto sarà rimosso. E’ un modo per spostare in avanti il problema", ha sottolineato.
Secondo Duraccio la scelta del governo "è purtroppo la conseguenza dell’arretratezza dei servizi al lavoro nel nostro Paese. E’ giusto sostenere i lavoratori ma invece di insistere ancora in politiche assistenzialiste e passive bisognerebbe aiutare i lavoratori a formarsi, riqualificarsi e ricollocarsi al lavoro con nuove competenze oggi resesi necessarie in un mercato del lavoro repentinamente mutato a causa della crisi pandemica", ha aggiunto.
E per Duraccio l’avviso comune tra Governo, sindacati e imprese che impegna le aziende a utilizzare gli ammortizzatori sociali prima di procedere ai licenziamenti, nei settori non interessati dalla proroga, "non può ovviamente essere vincolante per le imprese, si tratta di una sorta di invito, una raccomandazione ad utilizzare tutti gli ammortizzatori sociali disponibili prima di avviare le procedure di licenziamento. Il rispetto o meno è demandato alla sensibilità imprenditoriale ed alla singola situazione aziendale, non avrebbe senso un ulteriore intervento normativo".