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Consip, Alfredo Romeo condannato a Roma a 2 anni e mezzo

La procura aveva chiesto condanna a 4 anni e 10 mesi, esclusa invece la responsabilità della Romeo Gestioni

Immagine di repertorio (Fotogramma/Ipa)
Immagine di repertorio (Fotogramma/Ipa)
04 novembre 2022 | 19.08
LETTURA: 2 minuti

Condannato a Roma a 2 anni e mezzo l'imprenditore Alfredo Romeo nell'ambito di uno dei filoni della maxi indagine sul caso Consip. La sentenza è stata emessa dall'ottava sezione penale del Tribunale di Roma dopo una camera di consiglio, durata oltre due ore. Per Romeo i giudici hanno stabilito anche l'incapacità a contrarre a con la pubblica amministrazione per un anno, la confisca di 100mila euro e una provvisionale immediatamente esecutiva di 150mila euro a favore di Consip. Esclusa invece la responsabilità della Romeo Gestioni.

La Procura per l'imprenditore aveva chiesto una condanna a 4 anni e 10 mesi. Romeo è accusato di corruzione nel procedimento in cui era coinvolto anche l'ex dirigente della centrale unica di acquisti della Pa, Marco Gasparri, che per questa vicenda ha già patteggiato una condanna a 1 anno e 8 mesi. Gasparri ha accusato Romeo di avere ricevuto da lui, dal 2012 al 2016, circa 100mila euro in cambio di notizie e aiuti nei bandi di gara in Consip.

"Per quanto l'accusa originaria sia stata fortemente ridimensionata è chiaro che non siamo soddisfatti" dichiara l’avvocato Giandomenico Caiazza, difensore di Alfredo Romeo. L'accusa è passata da corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio alla corruzione per l'esercizio della funzione. "Restiamo convinti dell’innocenza del nostro assistito. Ora attendiamo di leggere le motivazioni per impugnare questa sentenza". "Esprimiamo soddisfazione invece per l’assoluzione della società Romeo Gestioni" conclude Caiazza.

La Romeo Gestioni spa “prende atto con estrema soddisfazione del dispositivo pronunciato oggi dal Collegio Penale del Tribunale di Roma, presieduto dalla dottoressa Roja, con cui, a chiusura del procedimento Consip, avviato nel 2017, la società è stata completamente prosciolta da ogni ipotesi accusatoria perché, come chiarito dal Collegio espressamente nel detto dispositivo, l'illecito amministrativo contestato è risultato insussistente”. “Per conseguenza - si spiega - il Tribunale ha disposto l'immediata restituzione alla società dell'intera somma di circa 3 milioni di euro, versata nel 2017 per decisione del Gip del Tribunale di Roma”.

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