"Offrire la carriera alias agli studenti da parte della scuola potrebbe indurre un ragazzo a credere che, per superare i momenti di incertezza sulla propria personalità che capitano in adolescenza, debba cambiare sesso e quindi si viola il principio di precauzione. Inoltre, la carriera alias non rispetta le famiglie, perché le scuole non le informano e non le coinvolgono su queste iniziative, facendo direttamente arrivare ai loro figli la proposta di carriera alias, violando il diritto di priorità educativa dei genitori. Infatti, troppo spesso i progetti gender vengono introdotti nelle classi all'insaputa dei genitori e questo è di una gravità assoluta. Infine, non rispetta la comunità scolastica, perché obbliga tutta la scuola, docenti, studenti, genitori, personale, a conformarsi all'autopercezione del giovane. Non adeguarsi a questa percezione dello studente sarà considerata una discriminazione". Così il portavoce di Pro Vita & Famiglia, Jacopo Coghe, nel corso della presentazione in Senato del sondaggio nazionale promosso dalla Onlus e condotto dall'istituto NOTO.
"La nostra richiesta alle istituzioni- aggiunge- è che il prossimo governo e la politica tutta si impegnino a tutelare la libertà educativa dei genitori, che il prossimo sia un ministro per la libertà educativa dei genitori, che tuteli i nostri figli all'interno delle scuole e che tutte le scelte legislative siano impostate per impedire l'ingresso dall'ideologia gender nelle scuole e per tutelare i minori da quella che anche papa Francesco ha definito una colonizzazione ideologica", conclude Coghe.