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Caso Orlandi, Parolin: "Convocazione promotore Giustizia Vaticano non corretta"

Così il segretario di Stato della Santa Sede in una lettera rivolta alla I Commissione del Senato che ha ascoltato, tra gli altri, Alessandro Diddi. Per il promotore "commissione ora sarebbe una intromissione". Pietro Orlandi: "Da audizioni brutto segnale"

Afp
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06 giugno 2023 | 12.50
LETTURA: 3 minuti

"La convocazione non è stata corretta sia dal punto di vista della forma che della sostanza". E' quanto afferma il segretario di Stato della Santa Sede, card. Parolin, in una lettera rivolta alla I Commissione del Senato che ascolta oggi, tra gli altri, Alessandro Diddi, promotore di Giustizia del Vaticano, nell'ambito della discussione per l'istituzione di una Commissione di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori. La lettera è stata letta dallo stesso Diddi sottolineando l'irritualità del modo in cui è stato convocato nell'ambito di una audizione "finalizzata ad avere informazioni da un pubblico ufficiale di uno Stato estero".

Il via libera all'audizione di Diddi è stato dato dal Vaticano nella "speranza di arrivare a un definitivo chiarimento sul caso" osserva il card. Parolin nella lettera sottolineando che la presenza di Diddi "non può essere considerato un precedente" e "in futuro, quando le autorità italiane vogliono avere informazioni, dovranno essere osservate tutte le formalità previste dal diritto internazionale".

Diddi ha infatti riferito "che ci sono regole istituzionali sempre seguite fino ad oggi e che avrebbero imposto la convocazione con altre forme, non con una mail e una telefonata alla mia segreteria privata. La Segreteria di Stato inizialmente era contraria perché non ero stato convocato per vie ufficiali, io ho espresso la mia personale opinione rimarcando l'irritualità della convocazione" ma ho sottolineato che "era opportuno che fossi presente".

DIDDI: "COMMISSIONE ORA SAREBBE INTROMISSIONE"

"In questo momento delle indagini, aprire una terza indagine, che segue logiche diverse, sarebbe una intromissione e pernicioso per la genuinità di ciò che stiamo conducendo", ha sottolineato Diddi, riferendo la sua opinione sull'istituzione della commissione. "Noi - ha aggiunto - abbiamo tutto l'interesse a contribuire, ove possibile, alla ricerca della verità. In questi anni sono stati scritti e sono state dette tante cose. Il mandato che ho ricevuto è quello di dare ampia e totale incondizionata assistenza all'autorità giudiziaria italiana".

"Nessun ostracismo, né opposizione alla Commissione parlamentare di inchiesta. Il senso è quello di riuscire in questi mesi a lavorare in maniera genuina senza interferenze", ha poi detto Diddi a margine della sua audizione informale, spiegando che è una "fase delicata, in cui stiamo ottenendo risultati importanti che abbiamo condiviso con la procura di Roma".

"Ad esempio - ha spiegato - se su un testimone sul quale stiamo lavorando arriva prima la Commissione, è chiaro che la sua versione non potrà essere considerata genuina rispetto a chi lo dovrà sentire in un secondo momento. Sono tecniche investigative note".

PIETRO ORLANDI: "DA AUDIZIONI BRUTTO SEGNALE"

"E’ arrivato un brutto segnale da queste audizioni, il Vaticano, per conto di chi lo rappresentava, fa chiaramente capire di non gradire l’apertura di una commissione d’inchiesta parlamentare perché la considera una 'intromissione' che potrebbe creare problemi e 'inquinamento' alle indagini. Parole molto gravi a mio giudizio". Lo scrive, in un post su Fb, Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, riferendosi alle audizioni informali che si sono svolte in Ufficio di presidenza della I Commissione del Senato nell'ambito della discussione sull'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa della cittadina vaticana e della sorella.

"Mi auguro che il parlamento non si pieghi a questi 'suggerimenti' e continui sulla linea già indicata dal voto alla Camera - conclude - Un passo indietro e una rinuncia alla commissione non sarebbe un bel segnale da parte del Parlamento a tutti gli italiani".

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