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Boom startup 'rosa' nel Mezzogiorno

Boom startup 'rosa' nel Mezzogiorno
13 luglio 2017 | 12.26
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Nella sezione del registro delle imprese che riguarda le start-up innovative si contavano, al primo trimestre 2017, 918 imprese a prevalenza femminile su un totale di 6.880, pari al 13,3% sul totale. Produzione di software, consulenza informatica, ricerca e sviluppo e servizi Ict sono fra i principali ambiti di attività prescelti dalle imprese guidate da donne. Nelle recenti iniziative dedicate alla creazione di impresa e gestiti da Invitalia, su 2.184 nuove imprese finanziate nel 2016, il 43% (940) è costituito da imprese femminili. Il 91% di quelle guidate da donne ha sede nel Mezzogiorno, avendo le diverse iniziative di finanziamento e agevolazione diretto la propria azione soprattutto nelle regioni meridionali. E' quanto emerge dal focus 'Donne al lavoro, la scelta di fare l’impresa', realizzato da Confcooperative e Censis.

L’investimento in capitale umano realizzato negli ultimi decenni dalle donne, ricorda la ricerca, ha fatto salire al 53,5% la quota delle donne laureate tra le occupate, sette punti percentuali in più rispetto agli uomini (46,5%). L’anno del 'sorpasso' risale ormai a dieci anni fa: nel 2016 la forbice si è attestata intorno alle 336mila laureate donne in più, per uno stock complessivo che nel primo trimestre di quest’anno ha raggiunto i 2milioni 766mila donne con titolo di studio terziario, contro i 2 milioni 328mila uomini laureati.

Fra i programmi di finanziamento, un peso rilevante è svolto da Smart Start, che finanzia le start up innovative. A giugno di quest’anno il numero delle imprese finanziate ha raggiunto la quota di 761, con 242 milioni di euro in investimenti attivati e 230 milioni di agevolazioni concesse.

L’occupazione generata da queste aziende supera le 3.600 unità. Fra i settori innovativi quello delle web technologies copre il 45% delle imprese, mentre gli altri settori come bioscienze, smart cities ed energia si aggirano intorno al 10%. Nel profilo degli startupper domina la componente maschile, con il 75,5% sul totale, lasciando alle donne il restante 24,5%.

Ma è significativo che questa quota salga al 31,4% nel segmento più giovane degli startupper, mentre, fatto 100 il totale delle donne presenti nelle start up, la classe fino a 36 anni presenta una quota del 46,7%; fra gli uomini la percentuale dei più giovani si ferma al 36,4%.

"Le donne - dice Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative - hanno avuto il talento di trasformare fattori di svantaggio, tra pregiudizi e retaggi culturali, in elementi di competitività, riuscendo ad anticipare i fattori di novità del mercato, tanto che la ripresa è trainata dalle imprese femminili che crescono dell’1,5% rispetto a una media dello 0,5%. Nelle cooperative, fanno meglio. Perché 1 su 3 è a guida femminile, è donna il 58% degli occupati e la governance rosa si attesta al 26%. Le donne hanno trovato nelle cooperative le imprese che più si prestano a essere ascensore sociale ed economico perché sono le imprese che coniugano meglio di altre vita e lavoro. La conciliazione resta il prerequisito per accrescere la presenza delle donne nelle imprese e nel mondo del lavoro".

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