Il ministro della Giustizia: "Revoca 41 bis non si può adottare senza pareri delle autorità giudiziarie"
"Questa ondata di violenze e gesti vandalici e intimidatori costituiscono prova che questo legame tra il detenuto e i suoi compagni esterni rimane, cosa che tenderebbe a giustificare il 41 bis". Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, sul caso di Alfredo Cospito, trasferito ieri nel carcere di Opera. ''Lo Stato - ha aggiunto - non può venire a patti o dare il segno di essere intimidito da attività violente o minacciose''.
Quanto al carcere duro, ''il 41 bis non si tocca - ha scandito - Possono essere cambiate le condizioni di detenzione in relazione allo sciopero della fame? No, per una ragione molto semplice. Se noi accedessimo a questa interpretazione, noi domani potremmo trovarci davanti tutti i mafiosi che stanno al 41 bis che attuando lo stesso procedimento metterebbero lo Stato nelle condizioni di decidere esattamente come avremmo fatto nei confronti di Cospito''.
"Credo che in questo momento storico il 41 bis sia indispensabile mantenerlo'', ha affermato Nordio, ma ''se un domani le cose dovessero cambiare cambierebbero anche le leggi''.
LA POSIZIONE DI COSPITO - ''La cura e l'attenzione alle condizioni di salute del detenuto sono assicurate dalla migliore struttura in assoluto che esiste in Italia, è monitorato costantemente'' ha detto il Guardasigilli che in conferenza stampa a Palazzo Chigi ha fatto "una breve sintesi sulla posizione giuridica di Cospito, sulla quale, vista l'estrema complessità della materia, molto spesso è stata fatta confusione. Si tratta di una materia dannatamente complicata - ha sottolineato - e sulla quale sono intervenute diverse leggi e interpretazioni giurisprudenziali. La situazione di Cospito è diversificata o bivalente: da un lato si trova, sempre in ragione del 41 bis che è stato applicato a suo tempo dal ministero della Giustizia, nella fase di esecuzione di una pena che è stata irrogata prima dalla Corte d'Appello di Torino, poi è stato fatto un cumulo delle pene da parte del giudice e in definitiva è una pena di 30 anni che il detenuto deve scontare''.
''La più importante di queste sentenze'' che riguardano Cospito ''è stata impugnata dal procuratore generale di Torino perché la condanna irrogata era molto pesante, però era basata sul riconoscimento di un delitto che il pg di Torino non ha ritenuto corretto: nel senso che il pg di Torino ha ritenuto che il reato da contestare fosse quello di strage. Ci sono due tipi di strage, quella che è stata contestata a Cospito è quella prevista dall'articolo 285 del codice penale, ed è una strage che prevede la pena dell'ergastolo anche se non ci sono vittime perché è un reato considerato contro la personalità dello Stato. Può anche sembrare ingannevole la rubrica di questo reato però è un reato gravissimo che la Cassazione ha ritenuto di dover invece riconoscere. Tanto è vero ha cassato la sentenza della Corte di Assise di Appello di Torino''.
''Il processo - ha proseguito Nordio - è stato sospeso perché il giudice successivo ha ritenuto che ci fosse un conflitto di costituzionalità. Questo procedimento attualmente è sospeso in attesa della sentenza della Corte Costituzionale''.
''Sull'applicazione del 41 bis effettuata a suo tempo da Cartabia il detenuto ha fatto ricorso al Tribunale di sorveglianza che ha rigettato il ricorso confermando con una motivazione molto articolata il 41 bis. Contro questa decisione è stato proposto ricorso per Cassazione, che aveva fissato l'udienza per aprile poi, a seguito di una richiesta, ha anticipato l'udienza che si terrà a marzo. Qui va detto subito che la magistratura è assolutamente sovrana e il ministero non può minimamente intervenire. Dobbiamo aspettare la decisione della Corte di Cassazione'' ha detto Nordio, spiegando che ''qualsiasi decisione attuale anche sulla richiesta di revoca del 41 bis non può e non deve essere adottata se prima non riceviamo i pareri delle autorità giudiziarie''.
''Il difensore di Cospito ha inoltrato a gennaio, pochi giorni fa, una domanda di revoca del 41 bis, innestando un procedimento parallelo, che devolverebbe al ministro della Giustizia la possibilità di mutare la condizione del 41 bis - ha affermato il Guardasigilli - In realtà si tratta di un'interpretazione molto opinabile perché questa legge è stata cambiata varie volte. Una cosa comunque è certa, che anche questa prerogativa transita attraverso un parere delle autorità giudiziarie, che sono la direzione nazionale antimafia, il giudice di sorveglianza e anche il pm che segue il processo in corso, che pende davanti alla Corte di Cassazione ed è stato sospeso''.
''Se i pareri delle autorità giudiziarie sulla richiesta di revoca del 41 bis siano o no vincolanti è questione controversa e ne studieremo tutti gli aspetti ma la decisione sarà presa dopo un maturato studio della situazione giuridica'' ha aggiunto il ministro della Giustizia.
Sul caso Cospito "abbiamo chiesto i pareri subito" e "celeri". Anzi, "dovrebbe essere in arrivo già oggi quello dell'Antimafia". "Per l'importanza politica che riveste la vicenda, che riguarda altri ministeri, penso sia probabile che sia poi discussa dal Consiglio dei ministri - ha aggiunto Nordio - e penso (l'argomento è emerso ieri, non è stata assunta nessuna decisione ma se ne potrà discutere), penso possa essere addirittura attuata una discussione parlamentare sulla questione in generale, in modo da capire quali siano le posizioni delle varie forze politiche".
Alfredo "Cospito è stato trasferito ieri nel carcere di Opera, ma questo non ha cambiato assolutamente il regime carcerario del detenuto" che è al 41 bis, ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani nel corso della conferenza stampa congiunta con il ministro Nordio e il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. "La scelta" di trasferire Cospito "è stata fatta perché il carcere di Opera ha la struttura sanitaria più efficiente tra le carceri di Italia", ha spiegato anche Tajani.
"Il trattamento del 41 bis non lede la salute del cittadino detenuto, nessuno ha mai voluto mettere a repentaglio la salute di nessun detenuto" ha sottolineato il vicepremier, assicurando che la tutela della salute del detenuto "è una questione che riguarda la democrazia, noi vogliamo solo che si rispetti la legge, non vogliamo vittime".
"Se c'è un rischio per la salute", come nel caso di Alfredo Cospito, il ministro della Giustizia ha disposto il trasferimento "in regime di detenzione nel carcere di Opera, dove la struttura sanitaria è la migliore fra tutte quelle che ci sono in Italia per i detenuti - ha ribadito Tajani - La tutela della salute è garantita dalla struttura sanitaria, noi non siamo medici, noi dobbiamo mettere il detenuto nelle condizioni di poter esser curato nel migliore dei modi possibili, in democrazia la tutela della salute del detenuto è una priorità per tutti quanti noi".
ATTACCHI CONTRO PERSONALE E SEDI DIPLOMATICHE ALL'ESTERO - "Ci auguriamo - ha detto Tajani in conferenza stampa - che tutte le forze politiche sostengano l'azione del governo contro la violenza organizzata contro lo Stato, le autorità e le sedi diplomatiche in giro per il mondo". "Abbiamo confermato - ha aggiunto - la volontà di non scendere a patti con chi usa la minaccia e la violenza". In risposta al "crescendo di attacchi" degli anarchici "l'allerta è stata immediata e sono state innalzate le misure di sicurezza in tutta la rete diplomatica-consolare del nostro ministero".
"Usando la forza della legge - ha proseguito - stiamo rispondendo a chi usa la violenza delle molotov e degli attentati, a dimostrazione che lo Stato, con la forza della legge, non si piega alle minacce e ai ricatti dei violenti a qualunque gruppo siano appartenenti". Tajani ha spiegato che "si è registrato, a partire da inizio dicembre, un crescendo di attacchi terroristici o dimostrativi contro il personale dello Stato" italiano all'estero e "contro le sedi diplomatiche". Si tratta di "un attacco contro lo Stato italiano", un atto "odioso" perché diretto contro "funzionari dello Stato italiano".
"Per oggi pomeriggio è stata annunciata una manifestazione di protesta davanti all'ambasciata italiana a Madrid - ha poi informato il ministro degli Esteri - Noi ci siamo immediatamente attivati, in raccordo con l'ambasciata, per sensibilizzare le autorità di sicurezza locali affinché si adoperino per prevenire e mitigare rischi di sicurezza per la sede e per il personale".
Inoltre, "abbiamo chiesto alla prefettura di Roma di rafforzare le misure a tutela del palazzo della Farnesina". Tajani ha detto di "avere avuto rassicurazioni da parte della prefettura che saranno intensificate le azioni di controllo all'esterno della Farnesina".
''E' stata organizzata una campagna internazionale anarchica contro lo Stato italiano" ha dichiarato il ministro degli Esteri. ''Che esista una rete anarchica in tutto il mondo è noto, gli anarchici di tutti i Paesi sono in contatto tra di loro anche se non esiste partito anarchico'', ha proseguito Tajani, aggiungendo che ''c'è una solidarietà internazionale e quindi un attacco contro l'Italia e le istituzioni italiane che viene effettuato in tutto il mondo''. Proprio ''per questo'', ha sottolineato, ''alziamo il livello della sicurezza''.
Ed ha scandito: ''Non si può mettere sullo stesso livello un anarchico che cerca di dare fuoco a una ambasciata e lo Stato italiano''. Perché ''lo Stato difende la legge, lo Stato sta dalla parte della legge, della democrazia e della libertà''. E ora ''lo Stato italiano è sotto attacco da parte di una internazionale anarchica''.
MANIFESTAZIONI - ''Per quanto riguarda il problema delle ricadute sull'ordine pubblico, i fatti di questi giorni hanno imposto delle riflessioni in relazione al fatto di innalzare il livello di attenzione rispetto ad alcune effervescenze che si sono manifestate in maniera anche molto critica'' ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi parlando del caso di Cospito e delle manifestazioni degli anarchici in sua solidarietà.
''Sicuramente ci saranno altre manifestazioni come quella di sabato sera a Roma - ha aggiunto il ministro dell'Interno - Se guardiamo la metodologia che gli anarchici hanno praticato negli anni dovremmo innalzare il livello di attenzione alle sedi istituzionali'', ha aggiunto.
''Domani ho convocato una riunione del Comitato analisi strategica antiterrorismo presiedendolo di persona per fare una analisi dettagliata - ha sottolineato - Non ci sono motivi né per dire che va tutto bene e non è successo niente né per dire che siamo con la minaccia terroristica dietro l'angolo. Faremo le nostre valutazioni e prenderemo le decisioni''.
''Colgo l'occasione - ha affermato Piantedosi - per segnalare la competenza e l'equilibrio che hanno dimostrato le forze di polizia nel non raccogliere provocazioni sabato sera a Roma. Si è contenuto il livello di virulenza e contrapposizione che era stato messo in campo e quindi sottolineo la freddezza, la competenza e la professionalità degli operatori della polizia di Stato che si sono frapposti senza che ci fossero danni ulteriori. Questa sarà la cifra a cui impronteremo tutte le iniziative che dovremmo adottare in futuro''.