Il nuovo taglio del costo del denaro deciso oggi dalla Bce, dal 2,50% al 2,25%, favorirà la riduzione dei tassi di interesse praticati sui mutui dalle banche alle famiglie. Il tasso fisso medio potrebbe arrivare, a breve, attorno al 2,55%, cifra più contenuta rispetto al 4% praticato fino a circa un anno fa.
L'analisi della Fabi dopo la nuova sforbiciata al costo del denaro decisa a Francoforte
Analisi dell’Ufficio studi
Nel primo trimestre del 2025 la domanda dei mutui immobiliari richiesti dalle famiglie italiane si mantiene positiva, registrando un +22,4%. Così Crif. Considerando il solo mese di marzo, la richiesta di mutui mantiene la media dei primi tre mesi dell’anno (+20,5%), segnale evidente di una situazione di mercato del credito più favorevole. Infatti, l'intervento del taglio dei tassi da parte della Bce ha prodotto un effetto positivo sulla domanda di mutui, comportando un alleggerimento dell'import...
Il presidente Consiglio nazionale del notariato, all’ottava edizione dei 'Real Estate Awards - Dove l’eccellenza si incontra'
Ogni decisione va ponderata con calma, ma il consiglio principale è non farsi guidare solo dalle paure o dalle tendenze del momento
Risparmi che variano sulla base dell’importo finanziato e alla durata del prestito
Dopo la decisione della Banca centrale europea (Bce) di tagliare il costo del denaro di altri 25 punti base, si è arrivati ad un sostanziale "pareggio" tra Eurirs ed Euribor, i due parametri di riferimento per stabilire rispettivamente i mutui a rata fissa e variabile. L'ipotesi di altre due sforbiciate al costo del denaro da parte della Bce da qui alla fine dell'anno, non sembra però ancora sufficienti a garantire una maggiore appetibilità del variabile
A settembre i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Taeg) si sono collocati al 3,82%, in calo dal 4,10% di agosto. Lo comunica la Banca d'Italia nel bollettino Banche e moneta.
Prospettive per l'anno in corso prevedono leggero ribasso compravendite e crescita dei prezzi tra +1% e +3%
