Tre giorni di tasting, masterclass, workshop. Si chiude Italian Taste Summit l’unico format 100% improntato all'export. Tra gli obiettivi delle aziende: internazionalizzazione efficace e tailor made.
Si è chiusa la tre giorni di Italian Taste Summit, “wine is business”, l’unico format business che si prefigge di far crescere l’intera filiera nazionale e che da 7 anni connette una selezione di aziende vitivinicole italiane con decine di buyers e operatori del settore provenienti da tutto il mondo, decisi a scommettere ed investire in Italia. Durante l’ultima tre giorni sono emerse nuove visioni e linee direttive per chi opera nel wine business. Joanna Mirò, patron dell’evento, ha regalato in una sintesi estrema una "guida" sull'inserimento in tutti i mercati, e ancor più in quelli esteri, dove la competizione è molto variegata e imponente. Sono delle linee guida da fare proprie ogni volta che un'azienda vitivinicola decide di espandersi fuori dalla propria cerchia verso mercati più grandi, che sia quello nazionale o a maggior ragione quando si parli di competizione internazionale.
Grandi nomi del mondo del vino come Firriato, Badia a Coltibuono, Tenuta Trinoro, Casale del Giglio e Cantina di Negrar hanno preso parte alla kermesse insieme a piccole e medie cantine familiari di alto valore come Tenuta di Tavignano, La Collina dei Ciliegi, Ronco del Gelso, Pietro Cassina, Antico Palmento e Stefania Pepe. Le cantine partecipanti si sono confrontate con i più importanti operatori provenienti da USA, Canada, Russia, Giappone, Hong Kong, Emirati Arabi, Messico, Brasile, Germania, Belgio, Lussemburgo, Gran Bretagna, Irlanda, Danimarca, Francia, Polonia, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Svezia, Estonia, Kazakistan e Romania.
“Si è appena conclusa un’edizione eccezionale di Italian Taste Summit: ottime dinamiche, molto business, la passione e la soddisfazione di tutti era palpabile. Più che mai è confermata l’efficacia del nostro format, sempre connesso con le esigenze dei consumatori e dei player ed atto a comprendere le tendenze dei mercati internazionali del vino: così prevediamo le direzioni possibili della costante evoluzione e di anticipare i tempi creando un format ad hoc, pragmatico e funzionale. Sono grata a tutti i partner presenti e onorata della fiducia dei player protagonisti di questa 3 giorni. Un ringraziamento speciale a tutti i relatori che con i vari workshop hanno collaborato a dare un nuovo sguardo sul vino italiano, a Enomundus per la selezione di vini esteri e alle cantine che hanno guidato delle masterclass brillanti con la presenza della stampa del vino italiana”, riferisce Joanna Mirò.
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