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Ue, esperti Francia e Germania: "Cambiare trattati per Unione a 4 livelli"

Il rapporto esplora tre scenari alternativi per la riforma dell’Ue, come parte di un pacchetto con i trattati di adesione. In assenza di unanimità sulla modifica del trattato, un trattato supplementare tra gli Stati membri disponibili permetterebbe una differenziazione all’interno dell’Ue

(Fotogramma)
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20 settembre 2023 | 09.00
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I trattati fondamentali dell'Ue vanno cambiati, per arrivare ad una struttura a 4 livelli concentrici di integrazione ma, se non si raggiunge l'unanimità necessaria, ci sono altri modi per andare avanti. Il rapporto preparato dal gruppo di lavoro franco-tedesco sulle riforme dell'Ue sottolinea che l'opzione preferita per cambiare i trattati è una Convenzione, seguita da una conferenza intergovernativa. Ma, "se non si raggiunge un accordo in merito", può essere usata "una 'procedura di revisione semplificata' come seconda migliore alternativa. Il rapporto esplora tre scenari alternativi per la riforma dell’Ue, come parte di un pacchetto con i trattati di adesione. In assenza di unanimità sulla modifica del trattato, un trattato supplementare tra gli Stati membri disponibili permetterebbe una differenziazione all’interno dell’Ue".

La relazione ricorda che l'Ue dispone già di vari meccanismi di differenziazione e che questi saranno necessari, per soddisfare le diverse preferenze di oltre 30 Stati membri dell'Ue. Tuttavia, la differenziazione "ha i suoi limiti", soprattutto per quanto riguarda lo Stato di diritto e i valori fondamentali. Questi strumenti di differenziazione dovrebbero quindi essere utilizzati, a cinque condizioni: rispettare le regole e le politiche dell’Ue, utilizzare le istituzioni e gli strumenti dell’Ue, garantire l’apertura a tutti gli Stati membri, condividere poteri decisionali e i costi tra i partecipanti e consentire agli Stati membri disponibili di andare avanti. Nella revisione del Trattato, la differenziazione dovrebbe rispettare alcuni principi: le deroghe dovrebbero essere concesse solo quando si approfondisce l’integrazione o si estende il voto a maggioranza qualificata, e non dovrebbero essere consentite deroghe ai valori fondamentali dell’Ue. La differenziazione potrebbe portare a quattro livelli di integrazione europea, costituiti da un circolo ristretto (profonda integrazione in aree come l’Eurozona e Schengen), l’Ue stessa, un circolo più ampio di membri associati, che comporta la partecipazione al mercato unico e l’adesione a principi comuni, e infine la Comunità politica europea (Cpe), come livello esterno per la cooperazione politica, senza dover essere vincolati al diritto dell’Ue.

Il rapporto discute infine come gestire il processo di allargamento dell'Ue. È già stato ristrutturato, con i negoziati organizzati in sei cluster e la possibilità per i Paesi candidati di inserirsi gradualmente in politiche e programmi specifici dell’Ue. Si raccomanda di fissare l'obiettivo per entrambe le parti (Ue e Paesi candidati) di essere pronte per l'allargamento entro il 2030. Chiede di suddividere i cicli di adesione in gruppi più piccoli di Paesi, per garantire un approccio basato sul merito e gestire potenziali conflitti. Infine, vengono evidenziati nove principi per le future strategie di allargamento, che mirano tutti a rendere il processo più efficace, credibile e politicamente guidato.

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