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Confguide, 'caldo non ferma stranieri nelle città, overtourism a S.Pietro e Duomo Milano'

Valeria Gerli, presidente dell'associazione guide turistiche di Confcommercio intervistata dall'Adnkronos. "Non ci lamentiamo ma non esistono solo Duomo Milano e S.Pietro"

Confguide, 'caldo non ferma stranieri nelle città, overtourism a S.Pietro e Duomo Milano'
31 luglio 2024 | 15.40
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"Gli italiani fanno molto meno viaggi culturali, meno visite guidate d'estate, perché a luglio e ad agosto vanno al mare. Mentre le città d'arte sono piene di turisti stranieri ovvero di turisti di prima conoscenza e, nonostante il caldo, vengono privilegiati gli itinerari classici, i più venduti, non necessariamente al chiuso". E' quanto segnala Valeria Gerli, presidente di Confguide, l'associazione delle guide turistiche di Confcommercio, intervistata dall'Adnkronos. "Il 90% dei turisti a Milano viene a vedere il Cenacolo di Leonardo da Vinci, il Duomo, il Castello e La Scala e a Roma San Pietro e il Colosseo mentre con le famiglie e i piccoli gruppi - riferisce essendo lei stessa è operatrice sul campo - noi guide li portiamo a vedere luoghi un po' diversi, facciamo visite guidate di approfondimento però in altri periodi dell'anno, non d'estate".

Overtourism sì o no? "I numeri ci vogliono, non ci vogliamo lamentare, però bisognerebbe evitare che la massa di turisti sia tutta concentrata e magari bisognerebbe educarla a conoscere monumenti e luoghi diversi, E questo rientra nella missione della guida turistica" sostiene Gerli. "Noi guide turistiche siamo tutti storici dell'arte o archeologi e quindi abbiamo conoscenze molto approfondite che ci farebbe piacere trasmetterle al pubblico. - spiega - Saremmo più felici di non raccontare sempre le solite quattro cose e noi spingiamo per andare a visitare non solo il Duomo di Milano o San Pietro o il Colosseo, ci sono altre mille chiese o luoghi limitrofi alle grandi città d'arte ma bisognerebbe allungare i tempi di permanenza o invitare i turisti a venire una seconda volta in Italia"

"Purtroppo però noi siamo l'ultimo anello della catena e spesso chi arriva da noi ha già programmato tutto". Quanto alla destagionalizzazione è auspicabile ma "in certi luoghi si concentra la domanda anche a livello stagionale" sostiene Gerli.

Tra le varie criticità del settore Confguide lamenta la piaga dell'abusivismo: "Una buona parte delle visite guidate che vengono svolte in Italia, che siano all'esterno o all'interno, vengono condotte" da persone che operano "in maniera abusiva o illegittima", denuncia Valeria Gerli. Si tratta di abusivi di ogni genere: "Ci può essere l'accompagnatore straniero che viene in Italia e fa la guida a un gruppo, che così risparmia - spiega Gerli - ma ci sono anche tanti italiani che si vendono in piazza, i classici 'ciceroni' pagati con le mance. Inoltre, vi sono tutte quelle figure, diciamo surrogate, dai volontari agli operatori interni ai musei: e così la visita guidata viene condotta da parte di chi che non è guida turistica". La nuova legge di riforma delle guide turistiche dovrebbe tutelare la categoria sotto questo profilo ma non sembra sia sufficiente. "La nuova legge prevede un regolamento approvato a fine giugno che non è ancora operativo e prevede sanzioni e controlli: tuttavia - sottolinea Gerli a nome della categoria - siccome questi interventi devono essere esercitati dalla polizia locale che ha mille altre incombenze, non si faranno". "Sarebbe positivo se le sanzioni venissero applicate anche a chi si avvale degli abusivi" suggerisce.

Un'altra stoccata riguarda il meccanismo delle prenotazioni che schiaccia le guide turistiche. "Quasi tutto sta diventando un museo perché anche le chiese, il più delle volte sono musei nei quali si paga un biglietto di ingresso. Ma è il sistema delle prenotazioni, che poi di fatto diventano acquisti contestuali online, che è complicatissimo e ci sta creando un sacco di problemi". "Il servizio di prenotazioni nascono proprio per il fatto che c'è molta richiesta e però spesso si rivelano un disservizio affidate come sono a ditte esterne ad un museo. E ci complicano la vita in maniera incredibile - argomenta Gerli - perché di fatto solo i grandi tour operator riescono a inserirsi in questi meccanismi di prenotazione come è avvenuto per il Colosseo, ad esempio, in quanto hanno chi si occupa solo di quello e sono in grado di mettere sul piatto, 20 mila euro nel momento in cui riesce ad ottenere la prenotazione, ma un piccolo operatore non può tutte le volte anticipare".

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