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De Rossi esonerato, i tifosi vip della Roma sotto choc

Banfi: "Sono scioccato". Gasparri: "L'allenatore è vittima del caos". Ghini: "Pensavo fosse uno scherzo". Amendola: "Questo calcio mi fa schifo"

Lino Banfi, Claudio Amendola, Maurizio Gasparri
Lino Banfi, Claudio Amendola, Maurizio Gasparri
18 settembre 2024 | 13.16
LETTURA: 5 minuti

Daniele De Rossi esonerato dalla Roma. La decisione sorprendente della società giallorossa lascia di stucco i tifosi, noti e meno noti. Il licenziamento dell'allenatore è una doccia gelata anche per i sostenitori eccellenti.

Lino Banfi "scioccato"

"Sono rimasto scioccato, mi dispiace molto", dice Lino Banfi. "Speravo che riuscissero a trovare un accordo, invece questo esonero improvviso. In un momento così delicato non doveva accadere", aggiunge l'attore.

"E' un peccato", continua Banfi. "Io lo vedevo come un uomo spogliatoio, uno che ancora giocava con la maglia giallorossa. Evidentemente la realtà è diversa da come la percepiamo noi tifosi. La verità sta nelle dinamiche interne, nel quotidiano, negli allenamenti, nei rapporti, nei consigli. Sono cose che noi non possiamo sapere".

Senza Totti e De Rossi, conclude Banfi, "non c'è più alcun riferimento all'amore, all'affetto per la bandiera e la squadra. Per fortuna però siamo solo all'inizio del campionato, vediamo ora cosa succede".

Fagnani: "Esonero ingeneroso"

"Esonerare dopo quattro giornate uno con la sua storia in questa società è davvero ingeneroso. A De Rossi non si può non voler bene e portare rispetto per la generosità e la dedizione che ha sempre dimostrato per la società e la squadra. E' davvero una persona per bene", dice la giornalista Francesca Fagnani.

"Sono profondamente dispiaciuta", aggiunge la Fagnani. "L'esonero è ingiusto per una persona che si è messa a disposizione della squadra sin da subito, cuore e anima. Per noi tifosi romanisti De Rossi non è semplicemente un allenatore o un ex giocatore, ma un simbolo per la sua dedizione, affezione alla maglia e onestà intellettuale". E sul nuovo allenatore Ivan Jurić, Fagnani commenta: "Posso solo dire, in bocca al lupo".

Gasparri: "De Rossi vittima del caos"

"Il tifoso non può tacere di fronte a quanto accade alla Roma, squadra seguita con passione da un pubblico sterminato, che ama la Roma, pur con rari successi da celebrare. E chi segue per passione non può che restare perplesso di fronte alla confusione", dice Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, all'Adnkronos.

"De Rossi era stato messo in panchina per offrire un simbolo amato dal pubblico e attenuare il rammarico popolare per la sostituzione dell’ottimo Mourinho, che fu lasciato solo a rappresentare e difendere la squadra da una società senza voce e senza volto. De Rossi, lo pensammo in tanti, fu sovraccaricato di responsabilità, quando forse aveva bisogno di una normale gavetta in contesti meno complessi di quello romano e romanista. Ora viene scaricato, dopo un avvio confuso e una campagna acquisti schizofrenica. La proprietà tace e stronca. Sperpera e sacrifica altri", aggiunge.

"Lo stadio sarà importante ma tutto il resto lo è di più. I Friedkin hanno speso molto ma agiscono come dei marziani avulsi dalla realtà che li circonda. Il calcio dei presidenti come Viola e Sensi sarà forse superato, il mondo di oggi impone nuovi modelli. Ma il calcio dei marziani crea confusione. De Rossi appare vittima, benché ben remunerata, di questo caos. Ora ci mancherebbe pure che ricorrano al Sarri di turno ricusato altrove. Scelgano bene. Forse le soluzioni valide e gradite al pubblico sono a portato di mano. A Testaccio magari", aggiunge Gasparri.

Ghini: "E' uno scherzo?"

"Sono ancora senza fiato, non riesco a capire. Ho pensato che fosse uno scherzo. Ho difficoltà a capire cosa è successo e perché è successo. E ho difficoltà a capire che cosa stia succedendo nella Roma", dice Massimo Ghini all'Adnkronos.

"Mi sembra - continua l'attore - che ci sia, all'interno della società, un meccanismo completamente saltato: abbiamo mandato via Mourinho, Daniele si è preso una responsabilità che non so chi altro sarebbe stato in grado di prendersi. Abbiamo fatto una campagna acquisti isterica, perché fino all'ultimo non abbiamo capito chi c'era, e chi non c'era, chi è stato mandato via e chi c'è tuttora. Mi sembra di vivere in una dimensione quasi fantascientifica. In questo momento sono così basito che non ho parole. Siamo diventati - osserva Ghini - la società dell'esonero. Le partite sono andate male, d'accordo. Però mi sembra che, come al solito, c'è sempre uno solo - in questo caso Daniele - che fa da parafulmine". A questo proposito l'attore conclude alludendo ai vertici della società: "Non so da anni che voce abbiano, per una volta vorrei sentire il tono della loro voce. In questo caos, purtroppo, può succedere anche questo e non so cosa succederà".

Amendola: "Calcio ormai mi fa schifo"

De Rossi esonerato? "Non sapevo neanche che fosse in discussione. Mi dispiace tanto per il ragazzo", dice Claudio Amendola all'Adnkronos. "Non mi sento di fare commenti perché ormai il calcio non lo seguo più, guardo i 90 minuti della partita e poi cambio canale".

Amendola non nasconde la sua delusione per come è stata gestita la situazione: "L'esonero dopo solo 4 giornate? Non mi sorprende. In questo calcio ci sta", commenta. "Questo sport mi fa schifo. La società manda via un allenatore dopo poche partite quando non è stata in grado di dargli la squadra che voleva. Si sapeva che Dybala non sarebbe rimasto, si è costruita la squadra di conseguenza e ora ce lo ritroviamo in panchina. Questo è stato un grande errore". "Ma non mi interessa più - conclude Amendola - Mi dispiace solo per Daniele".

Pingitore: "Che errore..."

L'esonero di De Rossi "è uno sbaglio". Non ha dubbi il regista Pierfrancesco Pingitore, grande tifoso romanista, commentando con l'AdnKronos la decisione del club "adottata nell’interesse della squadra". Uno sbaglio "poco generoso nei confronti di un uomo, di un atleta e poi di un allenatore che ha dato tutto". Un professionista nei confronti del quale "bisognerebbe avere maggiore tolleranza e pazienza. Si cerca sempre il capro espiatorio colpendo una persona che comunque si è dedicata pienamente al suo compito e che è amato da tutta la tifoseria romanista", conclude Pingitore.

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