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Coni, Abodi: "Tempo scaduto per Malagò? Le regole valgono per tutti"

Il ministro: "Io non ne ho mai fatto un fatto personale, con lui c'è amicizia"

Andrea Abodi e Giovanni Malagò (Fotogramma - Afp)
Andrea Abodi e Giovanni Malagò (Fotogramma - Afp)
12 ottobre 2024 | 18.19
LETTURA: 2 minuti

"Tempo scaduto per Giovanni Malagò al Coni? L'ottimismo non passa attraverso la soddisfazione personale, ma attraverso i risultati che si raggiungono insieme. Io non ne ho mai fatto un fatto personale, con Malagò c'è amicizia, ma le regole valgono per tutti". Lo ha detto il ministro dello Sport e dei Giovani, Andrea Abodi, intervistato alla Festa dell'Ottimismo del quotidiano 'Il Foglio' a Firenze.

Inchiesta ultras

A proposito dell'inchiesta sugli ultras e sui loro rapporti con le società di calcio, il ministro ha sottolineato: "Dobbiamo passare dallo sdegno all'impegno concreto. Dire che è impossibile evitare che ci siano infiltrazioni di criminalità organizzata negli stadi è un'affermazione che io non condivido: la tecnologia è uno strumento possibile, ma si deve giocare di squadra: le società si devono sentire maggiormente responsabilizzate".

Olimpiadi

Quanto a Parigi 2024, le tante medaglie olimpiche dovrebbero far pensare a un'Italia forte e consapevole, ma il ministro dello Sport ha osservato: "Mi piace dire che siamo un Paese vincente, ma non convincente".

"Siamo sul podio delle vittorie, ma sei scuole su dieci non hanno la palestra e di queste l'80 per cento è al Sud - ha spiegato - Il fatto che siamo vincenti non è solo perché c'è tanto talento sportivo, ma anche buoni maestri e istruttori. Dobbiamo utilizzare quelle 111 medaglie olimpiche e paralimpiche perché diventino sprone per concorrere insieme verso un obiettivo".

Il ricordo più interessante delle Olimpiadi di Parigi? "Le testimonianze degli atleti che non hanno vinto: una mancata vittoria non è un fallimento, perché arrivare al quarto posto come Benedetta Pilato è uno sprone per fare meglio - ha risposto Abodi - Gli atleti paralimpici sono incredibili e tutti dovrebbero imitarli: sorridono per quello che hanno e non piangono per quello che non hanno. Abbiamo perso il senso della felicità, quegli atleti erano felici".

"Coltivo il sogno che in un tempo non troppo lontano anche le Olimpiadi e Paralimpiadi estive rientrino in Italia", ha detto poi il ministro. "Il decennio che seguirà mi auguro offra spunti: la città può essere una palestra a cielo aperto. Le Olimpiadi devono lasciare un'eredità nei luoghi. Bisogna pensare a infrastrutture sportive che si sposino con la città. Sicuramente Milano-Cortina sarà un modello per la spesa pubblica (3 miliardi e mezzo), che non sarà utilizzata solo per le opere sportive, ma anche per le strutture di collegamento. Sarà migliorata la qualità della vita e la capacità di attrazione per i turisti. Il miglioramento delle infrastrutture culturali aiuterà a superare la mancanza di infrastrutture sportive".

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