Il 7 luglio del 1901 a Sora nel frusinate
L’Italia uscita sconfitta dalla Seconda guerra mondiale si è specchiata nei suoi film. Il Paese, piegato dai lutti che hanno accompagnato il conflitto, si è ritrovato nelle sue opere. Opere che rappresentano una pagina indimenticabile dell’autobiografia di una generazione di italiani che ha rialzato la testa dopo aver patito la povertà e lo smarrimento. Da ‘Sciuscià’ a ‘Ladri di biciclette’, l’arte di Vittorio De Sica, nato a Sora il 7 luglio del 1901, cioè 120 anni fa, e morto a Neuilly-sur-Seine il 13 novembre 1974, continua a parlare agli appassionati della Settima Arte.
Maestro del neorealismo, uno dei maggiori registi e interpreti della commedia all’italiana, De Sica ha legato il suo nome ad una carriera ricca e varia, costellata da numerosi successi. Come quando, con ‘Sciuscià’, film che ha diretto nel 1946, ha vinto l’Oscar al miglior film in lingua straniera, all’epoca consegnato come Oscar onorario. Un riconoscimento ottenuto perché, come recita la motivazione, “l'alta qualità di questo film, mostrata con eloquenza in un paese ferito dalla guerra, è la prova per il mondo che lo spirito creativo può trionfare sulle avversità”.
Spirito creativo e desiderio di sopravvivenza che caratterizzano la pellicola nella quale Rinaldo Smordoni e Franco Interlenghi, due ragazzi presi dalla strada, interpretano il ruolo di due piccoli lustrascarpe, gli sciuscià appunto, che si arrabattano sul marciapiede di via Veneto a Roma. Un altro caposaldo del neorealismo di De Sica è ‘Ladri di biciclette’, un film del 1948 considerato un vero e proprio classico nella storia del cinema di casa nostra.
Non solo neorealismo, però, per Vittorio De Sica. Nella sua lunga produzione c’è ancora spazio per altri generi ed altri film. E’ il caso de ‘La Ciociara’ del 1960, tratto dal romanzo omonimo di Alberto Moravia ed interpretato da Sophia Loren. Un ruolo che le è valso il Nastro d'argento, il David di Donatello, la Palma d'oro al Festival di Cannes e il Premio Oscar per la miglior attrice. Un altro film da Oscar è ‘Ieri, oggi e domani’ (1963), interpretato ancora dalla Loren e Marcello Mastroianni.
Pellicola che rappresenta i principi della commedia all’italiana, il film fu premiato nel 1965, come migliore film straniero. Indimenticabile la scena dello spogliarello della Loren di fronte ad un Mastroianni rapito dal fascino femminile esercitato dall’attrice. Dopo ‘Matrimonio all’italiana’ del 1964, soggetto tratto da ‘Filomena Marturano’ sempre con la coppia Loren-Mastroianni, De Sica ha poi ottenuto un ulteriore premio Oscar per il film del 1970 ‘Il Giardino dei Finzi Contini’, tratto dall’omonimo romanzo di Giorgio Bassani, premiato anche con l'Orso d'oro al Festival di Berlino del 1971. L'ultimo film di De Sica è la riduzione di una novella di Luigi Pirandello, 'Il viaggio', che risale al 1974 e vede protagonisti Sophia Loren e Richard Burton.