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Vincent Macaigne: "Quando Italia ha aiutato settore cinematografico, avete cambiato il mondo"

Intervista de La Ragione all'attore nelle sale con 'Ritratto di un amore' protagonista del XIV Festival Rendez-vous

Vincent Macaigne:
09 maggio 2024 | 16.32
LETTURA: 2 minuti

Tra i film più apprezzati dell’ultimo Festival di Cannes, 'Ritratto di un amore' di Martin Provost arriverà nelle nostre sale il 16 maggio distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm, interpretato dall'attore francese Vincent Macaigne che veste i panni del post impressionista amico di Degas e Renoir, Pierre Bonnard. Tra i migliori attori del panorama internazionale e grande protagonista della XIV edizione del Rendez-vous, il più prestigioso evento cinematografico italiano dedicato al cinema francese.

Classe 1978, l’artista parigino ha dimostrato ancora una volta la sua incredibile versatilità. "Di Pierre Bonnard avevamo soltanto qualche fotografia, non esistono video e quindi non sapevamo come parlasse o si muovesse. Ho dovuto imparare a dipingere come lui. Mi sono anche dovuto depilare", ammette sorridendo a La Ragione. "Io sono molto peloso ma il regista voleva mostrare la mano e il braccio del pittore. È stato un lavoro estremamente interessante", racconta a La Ragione.

"Quello che è piaciuto di 'Ritratto di un amore' è che Bonnard ha cercato di dipingere Marthe due o tremila volte, senza mai riuscirci. Non è mai stato in grado di catturare il suo sguardo, il suo viso. Questa è stata la molla che ha fatto scattare la voglia a Martin Provost di fare questo film. E' come se tutta la carriera di Bonnard fosse stata dedicata a cercare di capire questa donna misteriosa".

'Amo Moretti, Bellocchio, Sorrentino, Alice Rohrwacher...'

Il cinema italiano rappresenta una grande fonte di ispirazione per Macaigne. "Penso a Federico Fellini e alla sua maniera di portare sullo schermo Roma. A Pier Paolo Pasolini e al modo in cui dipinge la tragedia e il reale. E ancora ad Antonioni, a Visconti, a 'C’eravamo tanto amati' di Ettore Scola, a 'Il caso Mattei' di Francesco Rosi", afferma con grande trasporto. "Amo anche il cinema contemporaneo: Nanni Moretti, Bellocchio, Sorrentino, Alice Rohrwacher… Sono sempre rimasto colpito dalla capacità del cinema italiano di mischiare il grande senso della tragedia con il quotidiano".

Purtroppo, la collaborazione fra il cinema italiano e quello francese ha subìto una battuta d’arresto, ma Macaigne è pronto a riprendere il filo del discorso: "Il cinema italiano è sempre stato molto più internazionale e potente di quello francese: ha saputo catturare, impossessarsi di alcune storie e renderle universali. Quando lo Stato ha aiutato il movimento, il vostro cinema ha cambiato il mondo, influenzando anche gli altri Paesi", conclude Macaigne.

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