"Amadeus ricorderà Foibe? Ha colto l’imbeccata del ministero della Cultura"
"Questo festival sta celebrando la messa del suo funerale. Benigni, Fedez, Ferragni: è il festival della compagnia del Pd dove sono tutti buoni, tutti politicamente corretti, sono insopportabili, non se ne può più. Questa non è cultura, è merce di contrabbando". Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi in un’intervista all’Adnkronos torna su Sanremo 2023 dopo le polemiche sul festival "di sinistra", alla luce dell’annuncio di Amadeus che il programma ricorderà le foibe nella puntata di stasera.
"Amadeus ha deciso di ricordare le foibe? Evidentemente, nonostante le battute di Stefano Coletta, ha accettato l’imbeccata e ha ascoltato il ministro della Cultura", scandisce Sgarbi. Che sottolinea: "Consultare il ministero della cultura vuol dire ritenere la televisione una estensione della cultura, il modo in cui la cultura si diffonde". Nello specifico, tuona il sottosegretario, "la presenza di personaggi come Fedez e Ferragni è un modo per diseducare i ragazzi, far credere loro che la cultura sono loro e non la Cavani o Giannini. Quando ho parlato di consultarsi con il ministero della cultura lo dicevo per evitare che ci fossero delle assenze troppo gravi".
"Per essere chiari: rispetto alla celebrazione di un Pasolini tu presenti Fedez, Ferragni e Benigni? -affonda il sottosegretario- Al festival non si parla di Caravaggio, di Pasolini, di Giotto, di Raffaello, di Paganini, Mogol come grande scrittore, Gibboni come grande violinista, niente. Eppure l’Italia è il paese con la più grande concentrazione di opere d’arte al mondo. Sanremo raccoglie inspiegabilmente Fedez ma respinge Morgan". "L’anno prossimo -conclude Sgarbi- non ci sarà più niente di tutto questo, per la compagnia di sinistra del festival questo è il canto del cigno. Amadeus dice ‘ci mancherebbe altro’ quando gli si consiglia di consultarsi col ministero? Io gli rispondo che l’anno prossimo al suo posto ne vedremo un altro".