L'immunologo replica all'infettivologo: "Come evento popolare il Festival non è l'occasione adatta a certificare o meno il ruolo e il valore della categoria"
"Non facciamo i medici per sentirci dire grazie, questo vorrei che fosse chiaro come mio personale punto di vista". Così all'Adnkronos Salute l'immunologo Mauro Minelli, coordinatore per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina personalizzata, commenta quanto affermato dall'infettivologo Matteo Bassetti che a poche ore dalla prima serata del Festival di Sanremo ha chiesto ad Amadeus, parlando con l'Adnkronos Salute, di ricordare sul palco "chi ha battuto Covid, perché senza di loro niente Festival. Mi auguro ci sia uno spazio per farlo, non chiedo per me, ma per gli operatori sanitari. Ricordiamo il loro sacrificio".
"La cultura del gradimento non ci appartiene - continua l'immunologo Minelli -, ritengo che riguardi piuttosto i politici, che hanno bisogno del consenso popolare. Ecco perché come evento popolare il Festival di Sanremo non è l'occasione adatta a certificare o meno il ruolo e il valore di medici, ricercatori e scienziati. Passeremo le nostre serate ad ascoltare le nuove canzoni, senza aspettarci applausi per una professione che noi abbiamo scelto di fare fuori da ogni palcoscenico. Saranno i cantanti, più probabilmente, a meritarseli".
LE PAROLE DI BASSETTI - "Stasera si apre il Festival di Sanremo come sempre l'abbiamo visto, senza mascherine e il tamponificio per gli artisti e Green Pass, e questo grazie ai vaccini e ai medici e agli infermieri" ha detto all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti. "I primi hanno declassato il Covid a poco più di una influenza come la vediamo ora, i secondi in questi tre anni hanno lavorato sempre in prima linea, in condizioni difficili anche dal punto di vista economico visto che non ci sono state gratificazioni. Senza di loro avremo avuto molti più morti e anche l'efficienza della campagna vaccinale sarebbe stata inferiore. Il Festival di Sanremo dovrebbe riconoscere a tutte queste persone il merito che hanno, è stato parzialmente riconosciuto in passato facendo salire sul palco qualcuno. Spero che Amadeus riconosca in qualche modo il lavoro fatto dagli operatori sanitari in questi anni".
"Su quel palco lo scorso anno siamo stati presi in giro e ci siamo fatti una sana risata - avverte l'infettivologo -. Io non dico che devo essere ringraziato il sottoscritto, ci mancherebbe, ma tutti i medici e gli infermieri: mi auguro ci sia uno spazio per farlo. Io non sono stato contattato - precisa - ma salgono tutti su quel palco e non i medici e gli infermieri che hanno combattuto la 'guerra' contro il Covid? Guerra che abbiamo vinto. Avere memoria di questo con un grazie, credo che sia il minimo".