Nella notte che ha consacrato il 'women power', l'attrice e produttrice ha alzato il suo terzo Oscar con un 'ululato' di ringraziamento
Non ama le interviste, i riflettori, il glam. Eppure, Frances McDormand ha spiazzato tutti ancora una volta: nella notte degli Oscar 2021 che ha consacrato il 'women power', l'attrice e produttrice statunitense ha alzato la sua terza ambitissima statuetta, con un 'ululato' di ringraziamento che verrà di sicuro ricordato negli annali della storia del cinema hollywoodiano.
"A me piace fare il mio lavoro. Grazie", è stato il laconico ringraziamento della McDormand che, con il ruolo di Fern, una vedova che durante la Grande Recessione attraversa gli Stati uniti a bordo del suo furgone, ha conquistato i giurati e ha vinto con 'Nomadland' il suo terzo Oscar dopo 'Fargo' (nel 1993) e 'Tre manifesti a Ebbing, Missouri' (nel 2017). A pari merito con Meryl Streep, ad un solo Oscar di distanza con Katherine Hepburn che, con 4 statuette, detiene ancora il record.
Niente male per un'artista completamente fuori dall'icona della diva classica: ribelle, senza le 'phisique du role', sposata da anni con il regista Joel Cohen che l'ha diretta in sette film, odiatrice seriale del glam patinato tipico del mondo di celluloide al quale dovrebbe appartenere. Con l'unico stendardo della sua indiscutibile arte, l'attrice dell'Illinois ha sbaragliato la concorrenza della grande favorita di questa edizione, Viola Davis, data per quasi certa vincitrice per la sua interpretazione in 'Ma Rainey’s Black Bottom'. "Non ho parole: la mia voce è nella mia spada, e sappiamo che la spada è il nostro lavoro", ha detto sul palco del Dolby Theatre prendendo in prestito una piccola citazione del 'Macbeth' di Shakespeare. Hanno vinto un'attrice e il suo talento puro, semplice e potente (di Ilaria Floris).