"Anni Settanta da dimenticare, io decisi di fare ancora una volta l'emigrante e andai a cantare dappertutto"
"Io non ho niente né contro i fascisti né contro i comunisti". Al Bano Carrisi, nel corso di un talk a Expo24 a Siracusa, si esprime così nello stand del ministero dell'Agricoltura nell'ambito del G7. "Ricordiamo tutti gli anni Settanta, anni da dimenticare, da sotterrare. In quegli anni io ho deciso di fare ancora una volta l'emigrante e andai a cantare dappertutto, ricordo il grande Gianni Minà che mi diceva: 'Al Bano, ma perché vai in Spagna a cantare, quello è un paese fascista'", racconta.
"Ma io non ho niente né contro i fascisti né contro i comunisti, è giusto che ognuno esprima quello che ha dentro. Una ragione ci sarà se è così. Ma io vado a fare esperienza per capire cosa è il fascismo e il comunismo", aggiunge.
"Poi vedendo tutto quello che succedeva in Italia in quegli anni, io in Spagna, Sudamerica, Bulgaria mi trovavo da Dio e ho imparato il mestiere di cantante - dice Al Bano, alla presenza del ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida - C'era un amore da parte di chi veniva ad ascoltare che era fantastico e che non ho mai dimenticato. Le esperienze vanno fatte sulla propria pelle, perché se te le raccontano sono buone a metà, forse a metà".
Sul palco, il cantante si esprime anche su altri temi: "Che Dio ci conservi a lungo Papa Francesco, perché è un grande, un rivoluzionario, che non è mai stato attratto dal potere ma dal potere spirituale. E lo difendo", dice.
Si parla di droga: "Bisogna sempre denunciare tutti quei maledetti che vendono morte, morte sicura. Io denuncio. E non finirò mai di farlo, a qualsiasi costo, perché la vita è preziosa. E dobbiamo di potere dare attraverso il nostro percorso qualcosa di buono a chi sta intorno a noi".