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Vaiolo scimmie, Bassetti: "In Africa ha colpito bimbi, Italia rischia casi importazione"

L'esperto: "E' una malattia diversa da quella del 2022, l'Oms farebbe bene a rimettere in agenda futura le vaccinazioni"

Vaccino contro il vaiolo delle scimmie - (Afp)
Vaccino contro il vaiolo delle scimmie - (Afp)
14 agosto 2024 | 12.55
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Il vaiolo delle scimmie torna a fare paura. L'Africa ha dichiarato l'mpox un'emergenza sanitaria pubblica per la sicurezza continentale. L'Organizzazione mondiale della sanità ha convocato per oggi il Comitato d'emergenza. Ma l'Italia è a rischio?

"Questo è un vaiolo diverso rispetto a quello delle scimmie che aveva riguardato nel 2022 per la maggior parte uomini che fanno sesso con altri uomini, quindi una malattia trasmissibile non solo con i rapporti sessuali - che si era contenuta con lo sforzo delle vaccinazioni e con comportamenti corretti in quella fascia - oggi in Africa sta colpendo i bambini e le donne in gravidanza". A lanciare l'allarme all'Adnkronos Salute è Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova. "Rischi per l'Italia? Potrebbero esserci per i casi d'importazione legati ai viaggi, nel 2024 questa è una malattia che travalica le categorie a rischio e diventa più difficile per la sanità pubblica il suo contenimento", ha sottolineato.

"In Italia abbiamo una parte della popolazione vaccinata contro il vaiolo e una parte che non è immunizzata. Io credo che oggi l'Oms farebbe bene a rimettere nell'agenda futura - anche per quanto riguarda i bambini e l'Africa - le vaccinazioni contro il Mpox". "Rischi per l'Italia? Potrebbero esserci per i casi d'importazione legati ai viaggi, nel 2024 questa è una malattia che travalica le categorie a rischio e diventa più difficile per la sanità pubblica il suo contenimento".

Il Mpox che sta spaventando l'Africa, "ci pone dei problemi di salute pubblica per quel continente perché è uscito dalla Repubblica democratica del Congo. Sono paesi che hanno scambi commerciali con l'Europa e l'Italia, questo ceppo nuovo di Mpox potrebbe diventare un problema anche da noi", conclude. Oggi si attende la decisione dell'Oms sulla possibilità o meno di dichiarare l'Mpox emergenza sanitaria globale.

Il virus monkeypox "sta mostrando potenzialità di diffusione notevole", aveva fatto notare nei giorni scorsi all'Adnkronos Salute l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'università del Salento, commenta la decisione dell'Oms di riunire il Comitato di emergenza per valutare se dichiarare di nuovo Mpox un'emergenza sanitaria internazionale (Pheic). Per Lopalco, però, "bisogna chiarire cosa si intende per 'emergenza sanitaria di interesse internazionale': un evento diventa Pheic nel momento in cui assume le potenzialità di diffusione internazionale e, pertanto, è importante che si prendano misure per limitarne la diffusione. La dichiarazione di Pheic comporta alcuni automatismi che obbligano gli Stati, ad esempio, a mettere in atto un sistema di sorveglianza che permetta di notificare i casi direttamente all’Oms, che assume un ruolo importante di coordinamento".

L'Oms dovrebbe dichiarare nuovamente Mpox emergenza sanitaria internazionale (Pheic)secondo il virologo Fabrizio Pregliasco. "E' chiaro che in questo momento una comunicazione del genere può riaccendere paure, o rischia di offrire la sponda a chi punta il dito contro 'le solide boutade da virostar che vogliono tenere alto l'intesse per i temi di cui si occupano', ma il problema c'è e in certi contesti è serio, non facile da gestire", ha osservato il direttore della Scuola di specializzazione di Igiene e medicina preventiva dell'università Statale di Milano.

A preoccupare l'Oms - che ha deciso di convocare il Comitato di emergenza per capire se ripristinare per Mpox lo stato di Pheic durato dal luglio 2022 al maggio 2023 - è la diffusione dell'infezione al di fuori della Repubblica democratica del Congo e la possibilità che si allarghi ulteriormente all'interno e all'esterno dell'Africa, ha spiegato in conferenza stampa il direttore generale dell'agenzia ginevrina Tedros Adhanom Ghebreyesus. Si temono inoltre gli effetti di una versione più 'cattiva' del virus, che al momento circola in più nazioni del continente africano. Il mondo non è solo l'Italia, ha precisato Pregliasco. "Al di là di quello che può succedere nel nostro Paese e in Europa - è l'ammonimento - bisogna anche considerare la situazione in altri contesti, dove la malattia si sta evidenziando pesantemente".

Mpox "'è una patologia che sicuramente può essere controllata attraverso i comportamenti, se è il caso anche con le vaccinazioni per gruppi mirati", ricorda l'esperto, ma "in certi ambienti gestirla comporta delle difficoltà come si evince dalle epidemie in corso". Ecco perché, "con buon senso, senza allarmismi né estremismi - puntualizza Pregliasco - ritengo giusto rilanciare questa infezione come problematica da affrontare con uno sforzo a livello internazionale sul fronte sanitario e di educazione alle misure preventive".

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