"Cercare biomarcatori per modificare precocemente storia naturale sclerosi laterale amiotrofica"
“La nutrizione è sicuramente un tema di grande importanza per i pazienti Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) e per la comunità scientifica. È cambiato il paradigma di presa in carico rispetto al passato” quando “si pensava che la perdita di peso e una malnutrizione fossero un fenomeno di accompagnamento alla malattia. Ora quello che la scienza ci ha insegnato è che, in realtà, è una parte integrante della patologia e come tale diventa anche un obiettivo di cura, per cui la presa in carico deve essere precoce. Dobbiamo lavorare per trovare biomarcatori che ci consentano di predire l'andamento nutrizionale dei pazienti, proprio per poter anticipare questo problema nella Sla, per agire precocemente, d'anticipo e poter trattare questo elemento per essere anche efficaci nel modificare la storia naturale di malattia di questi pazienti”. Lo ha detto Federica Cerri, neurologa, referente Area Sla del Centro Nemo di Milano e coordinatore scientifico del primo convegno dedicato alla nutrizione in pazienti con Sla, in corso all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cuneo) promosso dall'alleanza tra Centri Clinici Nemo, Aisla, Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica e SLAfood, sotto l'egida di Slow Food
“Il tema della nutrizione diventa centrale” come “la collaborazione fra tutte le figure” professionali “coinvolte in questo complicato processo finalizzato a garantire un'adeguata nutrizione ai pazienti Sla, un'adeguata presa in carico”, conclude.