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Virus, identificati i primi 'super diffusori'

Si tratta di persone che possono trasmettere il coronavirus più velocemente e a più soggetti. Quasi 500 morti in Cina. Intanto, in Italia, ricoverata una addetta alle pulizie dell'hotel di Verona dove avevano soggiornato i due coniugi di Wuhan attualmente ricoverati in condizioni stazionarie all'Istituto Spallanzani di Roma. A Prato comunità cinese in auto-quarantena

(Afp)
(Afp)
05 febbraio 2020 | 14.05
LETTURA: 3 minuti

Identificati in Cina i primi 'super diffusori' dell’infezione da nuovo coronavirus, persone che possono trasmetterlo più velocemente e a più soggetti rispetto ad altri. Una notizia che arriva dall'Est della Cina, "per nulla confortante", afferma Nicasio Mancini, microbiologo medico all'ospedale San Raffaele di Milano, sul sito 'Medical Facts' del virologo Roberto Burioni.

"Sappiamo che il cosiddetto R0 di questa epidemia, ossia il numero di persone che un singolo paziente ammalato può infettare - spiega l'esperto - sembra essere compreso fra 2 e 3. In pratica, un paziente con il coronavirus può trasmettere l’infezione a 2 o 3 altri soggetti. In una città della provincia di Jiangsu della Cina orientale, Xuzhou, si è visto però che dieci pazienti infetti sono stati a stretto contatto con solo una persona infetta. Cioè, un singolo individuo ne ha infettati dieci", evidenzia. Inoltre, "nella città di Xinyu della provincia di Jiangxi, sembra che un solo operatore sanitario di 43 anni, ricoverato in condizioni critiche in ospedale, abbia da solo infettato 15 dei 17 nuovi casi verificatisi in città", prosegue spiegando che si tratta di un fenomeno già emerso ai tempi della Sars.

"Durante l’epidemia di Sars, per esempio, caratterizzata da un R0 di circa 3 - ricorda - furono identificati individui in grado di infettare decine di altri soggetti. Famoso e molto studiato fu il caso di una donna canadese che si ammalò durante una vacanza ad Hong Kong e che, una volta ritornata a casa, favorì l’ondata dei primi casi in Canada". Definire dal punto di vista numerico un 'super diffusore' "non è facile", nemmeno per gli esperti.

Ai tempi della Sars "una commissione di scienziati ed epidemiologi definì in 8 il numero di casi di trasmissione necessari per identificare un super diffusore. Vedremo per questo nuovo coronavirus", afferma Mancini, che sottolinea: "Come abbiamo più volte detto, isolare i casi di malattia e risalire a tutte le persone con cui essi sono entrati in contatto è fondamentale per interrompere la catena del contagio. La presenza di soggetti che non infettano solo due o tre persone vicine a loro, ma sono capaci di infettarne un numero molto più alto potrebbe complicare le cose, aggiungendo un fattore confondente che rischia di rendere tutto più difficile. È importante che la guardia resti alta, quindi, anche per farsi trovare pronti a eventuali altri casi di questo tipo".

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