Combattere il fenomeno delle fake news in ambito sanitario con mezzi multimediali e non solo dietro la scrivania. I medici di famiglia scendono in campo con un 'hackathon' al 75.esimo congresso nazionale Fimmg a Cagliari. Mini-video di pochi minuti in cui gruppi di medici diventano attori per dimostrare ai colleghi come si deve comunicare al meglio e svelare le bufale che circolano sui social e sul web. I video saranno proiettati durante il congresso.
"Oggi il medico è molto attento ad approfondire tematiche scientifiche ma non sa comunicare, nel senso che non sa usare gli strumenti che appartengono al sistema dei social, dove il medico è totalmente assente - spiega Walter Marrocco, ideatore dell'iniziativa e responsabile scientifico Fimmg -.Così abbiamo deciso di coinvolgere i colleghi stimolandoli oggi durante una sessione del congresso a diventare ‘attori’ per qualche ora e dimostrare come si possono coprire gli spazi occupati dai falsi comunicatori".
L'evento anti-bufale si svolge con "una esercitazione pratica - ricorda Marrocco, direttore della Scuola nazionale di Medicina degli stili di vita Fimmg-Metis - che consiste nella produzione di un mini-video di tre minuti dove, sulla tematica delle bufale su diete e integratori, gruppi di medici lavorano insieme per arrivare attraverso un percorso, validato scientificamente con un tutor e montato da un videomaker, a realizzare un video che possa essere utile ai colleghi a lavorare meglio sul fronte anti-bufale sul tema”.
"Il fenomeno delle fake news negli ultimi anni ha conosciuto una rapida crescita e questo ha generato un impatto socio economico negativo e di forte confusione trasversale in tutti settori - osserva Marrocco - In ambito sanitario, in particolare, assistiamo allo sviluppo di questo fenomeno negativo, per il rilevante interesse di tante componenti sociali. I medici in generale, e i medici di famiglia in particolare, devono comprendere il fenomeno e scuotersi dall’abituale torpore, dedicandosi alla opportuna conoscenza e comunicazione di tutti quegli strumenti che si identificano nei mass media".
"Risultato finale è l'enorme spazio lasciato a quei comunicatori che potremmo definire di bassissimo livello culturale specifico - conclude - È quindi necessario riprendere gli spazi della comunicazione garantendone qualità e coerenza scientifica, nella consapevolezza che il mandato del medico non può essere più solo quella dello studio approfondito, ma anche quello della comunicazione”.