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Programma Rete italiana screening polmonare: "Adesioni sopra aspettative"

Il responsabile del progetto Pastorino, ‘obiettivo implementare progetto a livello nazionale’

Programma Rete italiana screening polmonare:
28 maggio 2024 | 15.57
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Risultati "superiori alle aspettative" per il programma della Rete italiana di screening polmonare (Risp). Con un totale di 21.510 iscritti, dei quali 10.865 eleggibili e 9.131 persone sottoposte a screening polmonare con Tc a basso dosaggio di radiazioni (Ldct), i risultati hanno superato le aspettative delle 7.300 persone previste. Sono alcuni dei dati del bilancio fatto questa mattina dagli esperti intervenuti a Roma, presso il ministero della Salute, all'evento istituzionale 'Il polmone al centro della prevenzione: una realtà italiana'.

"L'obiettivo strategico del programma Risp - spiega Ugo Pastorino, direttore della Sc Chirurgia toracica dell'Istituto nazionale dei tumori (Int) di Milano e responsabile del progetto Risp - è quello di implementare su tutto il territorio nazionale un programma di screening del tumore polmonare con Ldct, attraverso una rete di centri ad elevata competenza clinica multidisciplinare, allo scopo di ottenere una significativa riduzione della mortalità per cancro polmonare nei forti fumatori (dal 40% al 50%) e, potenzialmente, anche per altre patologie causate dal fumo. Il tutto attraverso un sistema di diagnosi precoce che utilizza la Ldct torace con periodicità variabile, sulla base del rischio individuale di ogni soggetto. Il programma Risp ha ottenuto un numero di adesioni superiori alle attese". Il target prefissato assegnato dal ministero della Salute, di 7.300 persone totali, è stato superato.

"Sono stati coinvolti 18 centri in 15 regioni di tutta Italia, ma l'auspicio è di arrivare ad almeno un centro per regione", sottolinea Daniela Galeone, direttore Ufficio 8 Promozione della salute e prevenzione e controllo delle malattie cronico degenerative della ex direzione generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute. L'arruolamento dei pazienti (forti fumatori ad alto rischio di tumore polmonare) - è stato ricordato durante l'evento - sta avvenendo attraverso il coinvolgimento a livello territoriale delle farmacie, dei medici di famiglia e di una semplice app che consente ai pazienti di fare richiesta. Nel dettaglio, il protocollo messo a punto con le Regioni prevede un programma di disassuefazione dal fumo e un team multidisciplinare integrato (oncologi, radiologi eccetera). Al fine di aumentare la compliance, tutte le Tac sono lette con un sistema di intelligenza artificiale che permette di avere una uniformità di lettura e aiutare il radiologo. Questo ha consentito anche di ottenere una quantificazione del danno coronarico e del livello di broncopneumopatia cronico ostruttiva (Bpco), che potrà essere utilizzato per aumentare il beneficio della prevenzione.

La maggioranza dei soggetti sottoposti a screening nel Risp sono fumatori attivi e molti di loro hanno aderito al percorso di disassuefazione con l'aiuto di un supporto farmacologico. Il Risp ha quindi affidato a un'azienda farmaceutica la preparazione di un prodotto galenico industriale a base di citisina e l'Int si è assunto l'onere finanziario della produzione di 1,2 milioni di compresse, da offrire gratuitamente a 6mila fumatori attivi che accetteranno il supporto farmacologico in tutti i centri Risp. La distribuzione delle confezioni di citisina è iniziata in questo mese, nella quantità richiesta dai diversi centri.

Ora i promotori Risp chiedono di continuare a portare avanti questo programma virtuoso. In particolare, chiedono un finanziamento aggiuntivo di 1 milione di euro entro il 31 dicembre 2024: consentirebbe al programma Risp di aggiungere un numero di 10mila persone inizialmente programmato, valutare la fattibilità ed efficacia di un programma di screening polmonare, ed eventualmente estendere lo screening anche ad altre realtà dove non esiste (ad esempio la Sardegna).

"Sarebbe importante che l'Italia includesse anche lo screening per il tumore al polmone nei Livelli essenziali di assistenza per determinati pazienti a rischio, a partire dal 2026", conclude Pastorino.

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