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Schillaci: "Estratti cannabis usati come novel food, non autorizzati"

Audizione alla Camera davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari

(Fotogramma)
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13 febbraio 2024 | 14.12
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"Nel settore degli integratori alimentari, si è riscontrato l'uso, come nuovo alimento, di estratti vegetali di Cannabis sativa L., titolati in cannabidiolo (Cbd), non autorizzati all'impiego ai sensi del regolamento sui 'novel food'". Lo ha evidenziato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nell'audizione alla Camera davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari.

"In materia di etichettatura per alimenti particolari, integratori e novel food - spiega il ministro - le attività di controllo ufficiale sono volte alla verifica della conformità alla normativa vigente dei prodotti notificati, in termini di criteri di composizione, apporti di ingredienti con proprietà nutritive o fisiologiche, di informazioni nutrizionali e sulla salute. Nel 2022 sono state ricevute 16.837 nuove notifiche e si è registrato un numero di non conformità rilevate pari al 14% del totale delle notifiche pervenute".

La maggior parte delle non conformità, prosegue, "è dovuta a etichettatura non conforme; sono state inoltre rilevate non conformità in termini di composizione, sia per livelli non ammessi di vitamine e minerali o altre sostanze sia per la presenza di nuovi alimenti. Nell'ambito delle attività di verifica dei prodotti notificati, sono stati segnalati in circa 50 prodotti contenenti sospetti novel food non autorizzati". Nel 2022, illustra ancora Schillaci, "è stato intensificato il controllo online sui canali di vendita e si è assistito a una situazione in cui a fronte di etichette notificate e conformi, nella commercializzazione online si registra un abuso di immagini o affermazioni che attribuiscono" agli integratori "proprietà di prevenzione e cura, che sono vietate (decreto legislativo n.169 del 2004). Il ministero della Salute si è attivato per intervenire su oltre 11 siti di vendita online che riportavano affermazioni in contrasto con la normativa vigente".

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