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Fumatrici e sedentarie, l'identikit dell'Italia in rosa

Fumatrici e sedentarie, l'identikit dell'Italia in rosa
05 marzo 2018 | 17.43
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Quello che le donne non fanno è "ascoltare il proprio cuore" e prendersi cura della propria salute fin da ragazze. Quello che fanno e non dovrebbero fare è fumare, anche più degli uomini, ed essere sedentarie. Fra le quote rosa d'Italia si contano 5,7 milioni di tabagiste, soprattutto nella fascia d'età tra i 45 e i 54 (sono in crescita anche le fumatrici di 55-74 anni) e più al Nord che al Sud. Il 47,3% confessa di non fare attività fisica, contro il 37,3% dei maschi. Il 37,5% risulta in sovrappeso o obesa, il 31% soffre di ipertensione, il 14% è in una condizione di rischio.

Sono alcuni dei dati ricordati oggi a Milano, in occasione della presentazione del tour 'Prevenzione possibile - La salute al femminile', che farà tappa con un ambulatorio mobile in 31 città italiane dall'8 marzo al 26 giugno per offrire consulti medici gratuiti, informazioni e screening per la valutazione della salute in rosa, con un focus particolare sul rischio cardiovascolare e l'osteoporosi. Un'iniziativa realizzata con il patrocinio di Siprec (Società italiana per la prevenzione cardiovascolare), Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), Federfarma (Federazione nazionale unitaria titolari di farmacia) e Federfarma-Sunifar, e con il contributo incondizionato di Mylan.

"I consigli che diamo a tutti, ma soprattutto alle donne, sono: smettere di fumare, stare attenti con il colesterolo e con i valori della glicemia e della pressione arteriosa, e poi fare attività fisica", elenca Stefano Carugo, responsabile scientifico del progetto 'Prevenzione possibile' e direttore Uoc cardiologia e Utic, ospedale San Paolo - università degli Studi di Milano. Quello dello specialista è un appello. "La prevenzione non ha età - chiarisce - Bisogna cercare per esempio di non stare inchiodate a casa, di dedicarsi un po' di tempo". Sebbene i ritmi moderni lo permettano poco e stritolino soprattutto le donne nel difficile equilibrio fra lavoro e famiglia, con lo stress che sale alle stelle.

"Anche se si è mamme - incalza Carugo - o se si hanno tanti problemi, è fondamentale ritagliarsi un po' di tempo per se stesse, muoversi e camminare. Noi vediamo tanti giovani già con la pancetta, sono i malati del futuro. Malati sempre più precoci, se già a 12 anni cominciano a essere in sovrappeso, con la pressione e la glicemia alta. Quindi non esiste età per cominciare con la prevenzione, non esiste età per ascoltare il proprio cuore. La donna non pensa di poter avere un problema di questo tipo. E' più attenta ai tumori, quando sente un dolore al petto spesso non lo riconduce per esempio a un sintomo da infarto. E noi vediamo tante giovani donne che arrivano nelle nostre unità coronariche con un evento coronarico acuto in corso. Fondamentale è conoscere".

Il gentil sesso non deve più essere il 'grande assente' negli studi dei medici di famiglia, aggiunge Gabriella Levato, medico di medicina generale, Fimmg Lombardia. "La prevenzione primaria è tra i compiti principali" dei dottori di fiducia. "La relazione forte che c'è tra il medico e i propri pazienti permette di avere una visione olistica non solo del singolo, ma della famiglia e del contesto in cui vive. Nei nostri studi vediamo il mondo, accogliamo fino a 50 pazienti in media al giorno, con picchi nella stagione dell'influenza, riusciamo a cogliere aspetti legati alle condizioni socio-economiche, ai bisogni assistenziali che ci sono. Soprattutto nelle realtà con personale adeguato, si può fare medicina d'iniziativa sui nostri assistiti, consigliando da subito quando sono in salute, una vita sana e con meno stress".

Le donne "di solito accompagnano gli uomini dal medico - continua il camice bianco - ma pensano meno alla loro salute. E a volte bisogna approfittare di queste occasioni in cui le vediamo per incidere anche su di loro". L'invito è a fare prevenzione a 360 gradi, senza dimenticare nessun aspetto o sottovalutare problemi come per esempio l'osteoporosi, di cui soffre una donna su 4 dopo i 40 anni. "Solitamente sono colpite nel periodo post-menopausa - conclude Levato - Non che gli uomini siano indenni, ma ne diagnostichiamo uno o due ogni 40 donne".

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