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Covid, Rezza: "Reinfezione fenomeno molto raro"

Afp
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01 dicembre 2020 | 18.39
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"Sono stati segnalati dei casi di reinfezione" da coronavirus Sars-CoV-2, ma "sono casi estremamente sporadici. Cito per esempio Hong Kong, due in India. E' un fenomeno quindi che esiste, ma che sembra essere estremamente raro". A fare il punto è stato Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, oggi durante la conferenza stampa sull'analisi della situazione epidemiologica di Covid-19 in Italia.

"Il punto è che studi fatti inizialmente avevano evidenziato una tendenza all'abbassamento dei livelli anticorpali nel tempo, e questo è normale, e anche una tendenza alla negativizzazione in una percentuale di popolazione abbastanza rilevante - ha spiegato Rezza - ma poi sono stati eseguiti altri studi che invece hanno trovato il contrario: che gli anticorpi riuscivano a persistere nel tempo". Evidentemente, ha osservato l'esperto, "i risultati dipendevano dal tipo di metodo che veniva utilizzato per valutare la presenza degli anticorpi e per dosarli e quantizzarli".

"C'è uno studio che vorrei citare, che ha fatto l'Istituto superiore di sanità in collaborazione con la provincia di Trento - sottolinea - in cui ricercando la presenza di anticorpi contro il capside virale, cioè la parte esterna di virus, si notava una tendenza alla scomparsa degli anticorpi. Invece quando si cercavano quelli contro la proteina spike del virus", tali anticorpi "rimanevano nel tempo in un'altissima percentuale di persone. Questi sono gli stessi che vengono indotti dalla vaccinazione e può essere di buon auspicio, un buon segnale".

"Non ci sono dunque studi definitivi - ha concluso Rezza - ma rispetto a qualche mese fa quando si pensava che questo coronavirus come altri coronavirus umani tendesse a non dare una buona risposta anticorpale, ora sembra invece che la situazione sia migliore e questo sembrerebbe anche trovare conforto nella sperimentazione vaccinale, anche se di fase 3 abbiamo solo notizie che vengono dall'analisi ad interim di questi studi. Non abbiamo ancora visto risultati definitivi pubblicati ma sembrerebbero confortanti. E se fino a 6 mesi fa ci chiedevamo chissà se avremo un vaccino efficace adesso cominciamo a dire chissà quando lo avremo. Speriamo molto presto, che i vaccini vengano autorizzati entro fine anno-inizio anno prossimo".

Quanto duri la risposta anticorpale indotta dai vaccini "è invece una domanda a cui non si può rispondere in questo momento. Sappiamo però che per altri vaccini c'è bisogno del richiamo, di dosi booster, e potrebbe anche in questo caso verificarsi questa possibilità. Uso il condizionale perché naturalmente è tutto da definire".

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