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Energia, Aleotti (Menarini): "Pesano i rincari e il crollo dell'euro"

"No a nuovi ribassi nei prezzi dei farmaci, chiediamo garanzie. L'80% delle imprese ha difficoltà a reperire da principi attivi a elementi confezionamento"

Lucia Aleotti (Fotogramma)
Lucia Aleotti (Fotogramma)
06 settembre 2022 | 19.14
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"I rincari si fanno sentire moltissimo" nel mondo della farmaceutica italiana. "Oltre al tema dell'impatto diretto della voce energia e all'incremento in particolare della bolletta del gas, ci troviamo ad affrontare un incremento di tutti i fattori produttivi, che sono saliti del 35-40%. E ora bisogna anche mettere in conto il crollo dell'euro. Un altro elemento" che pesa "nel momento in cui molti dei principi attivi o degli intermedi di produzione vengono dall'Oriente e sono quotati in dollari. Noi stiamo soffrendo questo incremento in maniera più che proporzionale, proprio a causa anche della svalutazione dell'euro". E' l'analisi di Lucia Aleotti, azionista e componente del Cda del Gruppo farmaceutico Menarini, che illustra all'Adnkronos Salute l'impatto diretto e indiretto che il settore sta subendo in questo quadro internazionale dominato dalla crisi energetica.

"Anche imprese che in maniera attenta hanno localizzato negli anni perlomeno una parte delle loro produzioni, non solo farmaceutiche ma chimiche, per produrre addirittura i principi attivi in Italia o in Europa - spiega - vedono comunque incrementati i prezzi di alcuni 'ingredienti' che si trovano nella 'torta' del principio attivo. Questi ingredienti hanno un incremento di costi estremamente elevato".

C'è poi il nodo carenze. "Rispetto a marzo, quando già avevamo lanciato un grido di dolore sul rischio di non poter ribaltare in qualche modo gli incrementi di costi a valle" che si stavano già verificando sempre di più sull'onda della crisi energetica, "c'è anche un altro elemento che ci sta preoccupando - evidenzia Aleotti - All'epoca infatti non si stava palesando il rischio della difficoltà di reperimento di alcuni principi attivi. Questo ora si sta sentendo: oggi circa l'80% delle imprese stanno trovando delle difficoltà, che possono essere di reperimento di fattori produttivi e di elementi di confezionamento. Difficoltà che per il momento non stanno impattando gravemente anche grazie alle scorte che le imprese hanno, ma che non ci lasciano assolutamente tranquilli".

"Schiacciati in una tenaglia"

"Siamo preoccupati perché, se guardiamo il contesto industriale globale e non solo quello farmaceutico, ci sono prezzi alla produzione incrementati del 43% nel totale dell'industria. La farmaceutica è ferma ai livelli dello scorso anno, con prezzi al consumo che sono diminuiti dell'1%. E' chiaro che ci troviamo schiacciati in qualche modo in una tenaglia. E da questo quadro emerge che, in primis, noi non possiamo sostenere nessun ulteriore abbassamento dei nostri prezzi. Dobbiamo avere innanzitutto garanzia che non ci saranno ulteriori interventi di penalizzazione sui prezzi dei farmaci", è il monito lanciato da Aleotti.

Quali urgenze si prospettano in questo scenario di crisi energetica e rincari che pesano sui costi produttivi delle aziende italiane? "Siamo preoccupati - spiega all'Adnkronos Salute - perché c'è una legge di novembre dello scorso anno, varata quindi quando il mondo era totalmente diverso, che prevede un'ulteriore revisione dei prezzi al ribasso da parte dell'Agenzia del farmaco. Ecco, questa legge purtroppo non è stata abrogata. E' una situazione quasi kafkiana, paradossale, e ovviamente ci preoccupa molto. Da questo quadro è chiaro che in primis noi non possiamo sostenere nessun ulteriore abbassamento dei nostri prezzi. Siamo già ai livelli più bassi d'Europa. Dall'altro lato siamo di fronte a un incremento dei costi dei fattori produttivi a livelli elevatissimi e non proporzionati rispetto ai costi che le aziende sopportano all'estero".

"Il presidente di Farmindustria", Marcello Cattani, "ha già lanciato questo appello - ricorda Aleotti - Siamo un settore industriale delicato, come tutti quelli in cui c'è un alto investimento in ricerca e sviluppo, in cui ci sono produzioni ad alto valore aggiunto e dipendenti qualificati. Non possiamo più essere considerati un costo da tagliare. Mi aggiungo dunque - conclude - all'appello del presidente di Farmindustria perché vengano previste nella nuova legge di bilancio risorse aggiuntive alla farmaceutica, e non sottratte".

Il rischio di fuga delle imprese

"Dobbiamo stare attenti che l'Italia, che è un settore straordinariamente importante per la produzione farmaceutica europea - siamo primi o secondi nei ranking europei per produzione dei farmaci - non si trovi in una situazione che fa fuggire le imprese, le spinge alla delocalizzazione. Credo che sia importante avere dei tavoli dedicati. In un momento politico come questo comprensibilmente sono un po' più difficili, però è importantissimo averli" per la farmaceutica. Due i motivi: "Per la salute dei cittadini, perché i farmaci non devono mancare mai. E, in secondo luogo, è importante per un settore produttivo assolutamente strategico per l'economia del Paese: la produzione farmaceutica vale in Italia 35 miliardi di euro e dobbiamo tenercela stretta", sottolinea Lucia Aleotti.

"Sarà importante che vengano garantiti gli approvvigionamenti, perché molte delle nostre produzioni sono o a ciclo continuo - analizza - Pensiamo ad esempio alle disinfezioni delle strumentazioni: queste non possono essere interrotte in una ipotesi, che ancora non è attuale ma che potrebbe esserci, di futura interruzione o di razionamento" dell'energia.

Aleotti spiega che a preoccupare le aziende farmaceutiche sono più fattori: "Ci preoccupa il quadro globale, ci preoccupa la legge dello scorso anno che richiederebbe un intervento addirittura di riduzione sui prezzi" dei farmaci. "Ulteriori tagli, quando noi già oggi non riusciamo a recuperare sui prezzi nemmeno una piccola parte dell'incremento dei costi. Non sarebbe serio, da parte nostra, tracciare degli scenari catastrofisti, però dobbiamo guardare questo settore con grande attenzione perché è un settore ad altissima tecnologia, che muove occupazione di alta qualità e, purtroppo è un'area in cui quando un'impresa prende una decisione è una decisione che è difficilmente reversibile. Quindi abbiamo bisogno di sentire un'attenzione forte".

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