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Eli Lilly, accordo con governo Usa su anticorpo contro Covid

(Fotogramma/Ipa)
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29 ottobre 2020 | 13.17
LETTURA: 3 minuti

L'americana Eli Lilly ha annunciato un accordo con il governo statunitense per la fornitura di 300mila fiale di bamlanivimab, anticorpo neutralizzante anti-Covid in fase di sperimentazione. "I dati dello studio di fase 2 'Blaze-1', che valuta l'efficacia e la sicurezza, pubblicati ieri su 'The New England Journal of Medicine' - riferisce l'azienda in una nota - mostrano che il farmaco può essere efficace nel trattamento di Covid-19 riducendo la carica virale, i sintomi e il rischio di ospedalizzazione".

L'accordo con il governo americano - precisa la compagnia farmaceutica - è subordinato all'autorizzazione all'uso d'emergenza (Eua) della Food and Drug Administration (Fda), richiesta da Lilly per il trattamento di Covid-19 da lieve a moderata in pazienti ad alto rischio. L'accordo prevede la consegna del farmaco entro 2 mesi dal rilascio dell'Eua, e contiene anche l'opzione per il governo degli Stati Uniti di acquistare fino a 650mila fiale aggiuntive fino al 30 giugno 2021.

"Lilly prevede di produrre fino a 1 milione di dosi di bamlanivimab 700 mg entro la fine del 2020 - con 100mila dosi pronte per la spedizione entro pochi giorni dall'autorizzazione - per l'uso in tutto il mondo", si legge nel comunicato. "La fornitura della terapia anticorpale di Lilly - evidenzia ancora il gruppo - dovrebbe aumentare in modo sostanziale a partire dal primo trimestre del 2021, poiché saranno disponibili durante tutto l'anno risorse aggiuntive di produzione. Lilly dispone di una solida catena di fornitura globale per la produzione di bamlanivimab, con 5 siti di produzione di principi attivi farmaceutici (Api) in tutto il mondo. Per garantire un rapido accesso a questo trattamento ai pazienti di tutto il mondo, Lilly ha investito nella produzione a rischio di bamlanivimab su larga scala, ancor prima che i dati dimostrassero il suo potenziale per diventare un'opzione terapeutica significativa per Covid-19".

"Lilly ha messo in gioco tutta la sua capacità scientifica per combattere questa pandemia e siamo orgogliosi dei nostri sforzi per sviluppare potenziali farmaci per combattere Covid-19 - dichiara David A. Ricks, presidente e Ceo di Lilly - Gli accordi di fornitura con i governi, come questo con il governo degli Stati Uniti, sono fondamentali per consentire accesso diffuso ed equo alla nostra potenziale terapia. Crediamo che bamlanivimab possa essere un'importante opzione terapeutica di valore per il sistema sanitario generale, in quanto ha dimostrato un potenziale beneficio nei risultati clinici con una riduzione della carica virale e dei tassi di sintomi e di ospedalizzazioni".

"Dobbiamo anche lavorare con i sistemi sanitari di tutto il mondo - prosegue il manager - per garantire un accesso equo ai nostri farmaci, a un prezzo giusto; il nostro obiettivo è garantire che le terapie con gli anticorpi Lilly siano disponibili per i pazienti che ne hanno bisogno, indipendentemente dal luogo in cui vivono".

"Per guidare le decisioni su dove dovrà essere fornito il farmaco, stiamo quindi adottando un approccio basato sui dati - continua Ricks - I Paesi prioritari e le quantità di farmaco saranno determinati basandoci sui dati di centri di ricerca affidabili, come il John Hopkins University Coronavirus Resource Center, e le autorità sanitarie internazionali come l'Organizzazione mondiale della sanità. In sostanza - conclude il presidente e Ceo di Lilly - perseguiremo accordi di prezzo differenziati per gli acquisti a carico dei sistemi sanitari nazionali delle nostre terapie anticorpali, sulla base dei dati del reddito nazionale lordo (Rnl) pro capite della Banca mondiale".

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