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Coronavirus, Sanofi dona 100 mln di dosi di idrossiclorochina

A 50 Paesi di tutto il mondo. La produzione incrementale raddoppiata, quadruplicherà entro l'estate

Immagine di repertorio (Afp)
Immagine di repertorio (Afp)
10 aprile 2020 | 09.40
LETTURA: 2 minuti

Sanofi, il colosso farmaceutico francese che produce l'idrossiclorochina, antimalarico approvato per la cura di patologie reumatiche ma sotto la lente per gli effetti anti Covid-19, si è impegnata a donare 100 milioni di dosi del farmaco a 50 Paesi in tutto il mondo e ha iniziato a consegnarlo alle autorità che lo hanno richiesto. La compagnia informa di avere già raddoppiato la sua capacità di produzione incrementale (in aggiunta alla normale produzione per le indicazioni autorizzate) attraverso i suoi 8 siti di produzione di idrossiclorochina a livello globale, e conta di riuscire a quadruplicarla entro l'estate.

In questa emergenza sanitaria globale, Sanofi si dice "pronta ad aiutare il maggior numero possibile di Paesi, a partire da quelli in cui l'idrossiclorochina è registrata per le indicazioni attualmente approvate - precisa il gruppo in una nota - nonché Paesi in cui non vi sono fornitori del farmaco o con popolazioni scarsamente servite". Dall'inizio della crisi Covid-19", Sanofi riferisce "un numero crescente di richieste" di idrossicorochina dai governi di tutto il mondo. Una domanda alla quale l'azienda risponde mantenendo come "priorità quella di garantire la continuità dell'offerta per i pazienti" che soffrono delle malattie contro cui il farmaco è autorizzato, "in particolare il lupus eritematoso sistemico e l'artrite reumatoide", ma anche "lavorando duramente per fornire" il medicinale "ai governi che desiderano aumentare le scorte nella speranza che possa essere un trattamento efficace contro Covid-19".

Sanofi intende "continuare a donare il farmaco a governi e istituzioni ospedaliere se gli studi clinici in corso dimostrano l'efficacia e la sicurezza" dell'idrossiclorochina nei pazienti colpiti da Sars-CoV-2. E invita a "una maggiore cooperazione internazionale", chiedendo "un coordinamento tra l'intera catena dell'idrossiclorochina in tutto il mondo per garantirne il costante approvvigionamento se si dimostrerà un trattamento efficace e tollerato nei pazienti Covid-19".

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