"Galapagos è una biotech di origine belga, mi sono accorto però, quando sono entrato nel febbraio di quest’anno, che la compagine italiana era importante. Stiamo implementando la filiale italiana e nel presentarla vogliamo far vedere come le eccellenze italiane stiano impattando in maniera positiva nello sviluppo e nel lancio di questa nuova company nell’ambito biotech". Lo ha spiegato Alberto Avaltroni, VP Country Head Galapagos Biopharma Italy, al convegno organizzato a Roma presso la residenza dell'Ambasciatore del Belgio, per annunciare l’apertura della prima sede italiana.
"Nello scenario italiano ci stiamo inserendo con l’apertura di una filiale a Milano, ci stiamo inserendo attraverso la collaborazione con centri di eccellenza per lo sviluppo clinico dei nostri prodotti – ha proseguito – ci stiamo inserendo anche con partnership importanti con aziende sul territorio italiano come la Fis (Fabbrica italiana sintetici). Quindi nell’ambito delle start-up ci presentiamo abbastanza come un unicum, con la voglia di investire in Italia e di reintrodurre in Italia capitali importanti per il sistema paese. Inoltre abbiamo da poco ottenuto l’approvazione europea per il nostro primo farmaco nell’ambito dell’artrite reumatoide. Abbiamo sottomesso di recente il dossier in Aifa (Agenzia italiana del farmaco) per iniziare l’iter registrativo a livello nazionale".
Avaltroni ha evidenziato le potenzialità della medicina traslazionale e del metodo di ricerca innovativo adottato da Galapagos: "Abbiamo 45 brevetti, grazie ad una tecnologia che parte dallo studio del target proteico, che sta alla base della patologia. Si sviluppano piccole molecole che possano inibire questi target proteici e quindi andare a colpire o eradicare la malattia all’origine. Questo è il concetto che sta alla base del nostro sviluppo di prodotto. Il livello di innovazione è molto elevato e credo si possa portare in quest’ambito innovazione direttamente al paziente attraverso una terapia orale".
In riferimento all’emergenza sanitaria dovuta a Covid-19, Avaltroni ha concluso: "Nella tragedia credo siano emersi alcuni punti su cui lavorare e questi devono essere per forza delle opportunità di sviluppo per il paese, per chi ha a cuore i pazienti. Le malattie croniche sono state messe da parte, chiaramente c’era un’emergenza. Però questo ha fatto emergere come la medicina e il sistema sanitario si debbano avvicinare. C’era un baricentro molto spostato sull’ospedale, forse bisogna rivedere il sistema e tornare di più sul territorio. Quindi per quanto riguarda una company, la possibilità di avere prodotti che possano andare incontro a questa necessità credo sia un valore aggiunto. Di recente il ministro della Salute ha detto che il primo luogo di cura è la casa. Noi lo crediamo, pensiamo fortemente che questo sia il modo con cui anche le aziende devono pensare allo sviluppo dei propri prodotti per avere il paziente al centro dei propri progetti e consentirgli di essere realmente curato a casa".