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Disabilità: Locatelli, 'Convenzione Onu un faro ma ancora molta strada da fare'

Disabilità: Locatelli, 'Convenzione Onu un faro ma ancora molta strada da fare'
23 novembre 2022 | 08.25
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"Credo che rispetto alla convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità, che resta un faro, abbiamo ancora un po' di strada da fare. Sicuramente è tracciato un solco chiaro e per noi è una guida, perché ogni cosa che facciamo e su cui riflettiamo da un punto di vista delle associazioni, delle istituzioni e del ministero chiedo che abbia come logica di partenza la convenzione Onu". Lo ha detto il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, intervenendo all’evento NeMo-Biogen 'Abitare nuovi spazi di libertà', in corso a Roma.

"Ci sono però discrasie nei territori rispetto all’avanzamento delle norme - aggiunge il ministro - probabilmente anche rispetto all’avanzamento delle tecnologie. Vorrei che insieme ci mettessimo a ragionare su come livellare queste differenze territoriali, culturali o di approccio da parte delle istituzioni nel finanziare e agevolare la messa a disposizione di servizi, tecnologie e ausili per eliminare le problematiche che una persona con disabilità o con una malattia neuromuscolare incontra nella vita quotidiana, in particolare nell’ambiente domestico".

Per il futuro "oltre ad avere come faro la convenzione Onu - sottolinea Locatelli - e la legge delega che potrebbe porre un punto di caduta sui territori nell’attuazione di quello che prevede la legge quadro, dobbiamo pensare anche ad una norma che metta insieme tutte queste frammentazioni che riguardano il mondo della disabilità. Attualizzando, ad esempio, quei passaggi che riguardano da un punto nazionale anche il nomenclatore di protesi e ausili mentre a livello regionale è essenziale immaginare i servizi e gli ausili in termini più innovativi. Per Locatelli, infatti, “serve puntare e investire su tecnologie all’avanguardia immaginando istituzioni nazionali, regionali e locali che comprendano cosa significa per le persone con disabilità o fragilità, per le loro famiglie ma anche per la dimensione autonoma e indipendente della vita, poter usufruire di questi servizi”, conclude.

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